Il fotovoltaico fa fiorire la biodiversità: lo studio sui parchi solari che conferma i vantaggi per api e farfalle

Uno studio rivela come i parchi solari del Regno Unito, se adeguatamente gestiti, possono diventare habitat vitali per il sostegno degli impollinatori, come api e farfalle, contribuendo così alla biodiversità

Il fotovoltaico farebbe bene anche alla biodiversità. Soprattutto quella degli insetti impollinatori che, nei campi in cui sono installati correttamente i pannelli solari, tornerebbero a riprodursi e a prosperare. A confermarlo un nuovo studio inglese che dimostrerebbe come i parchi solari si stiano rivelando la chiave per essere i nuovi eroi per api e farfalle.

Lo studio portato avanti da un team di scienziati dell’Università di Lancaster, in collaborazione con l’Università di Reading, ha rivelato, infatti, come i parchi solari – se opportunamente gestiti – possano offrire risorse essenziali per contrastare il declino di queste creature nel Regno Unito. Pubblicata sulla rivista Ecological Solutions and Evidence, questa ricerca rappresenta il primo studio sottoposto a revisione paritaria che analizza specificamente gli impollinatori all’interno dei parchi solari britannici, esaminando un totale di 15 siti.

Durante le indagini, condotte nell’estate del 2021, sono stati identificati circa 1.400 esemplari di impollinatori appartenenti a più di 30 specie diverse. Tra questi, spiccano quasi 900 farfalle, oltre 170 sirfidi e più di 160 esemplari tra bombi, falene e api da miele. La farfalla bruna dei prati si è rivelata la specie più frequente, mentre i bombi sono stati avvistati in due terzi dei siti analizzati. Particolare attenzione è stata dedicata anche alla piccola farfalla della brughiera, considerata specie prioritaria per la conservazione della biodiversità, osservata in tre parchi solari.

I fattori determinanti per la biodiversità nei parchi solari

L’analisi ha evidenziato due elementi fondamentali per favorire la presenza di impollinatori nei parchi solari: la varietà delle piante da fiore presenti e le caratteristiche del paesaggio circostante. I siti con una maggiore diversità floristica hanno registrato un incremento nell’abbondanza di impollinatori e nella biodiversità. Inoltre, si è osservato che per gli impollinatori la varietà di specie florali risulta più rilevante rispetto alla quantità di piante da fiore.

Come accennato, il contesto paesaggistico gioca anch’esso un ruolo chiave. I parchi solari focalizzati sulla biodiversità, situati in aree con meno elementi naturali come siepi, risultano essere ambienti particolarmente propizi per gli impollinatori. Questi ultimi, infatti, tendono a dipendere in misura maggiore dalle risorse alimentari fornite dai parchi solari rispetto a quelle disponibili in aree con maggiore varietà di habitat e fonti di cibo.

Hollie Blaydes, dell’Università di Lancaster e autrice principale dello studio, ha sottolineato l’urgenza di incrementare le risorse disponibili per gli impollinatori nei paesaggi, identificando nei parchi solari una potenziale soluzione per promuovere la biodiversità. La ricerca ha dimostrato come la selezione accurata di piante da fiore possa trasformare i parchi solari in habitat ricchi e diversificati per gli impollinatori, soprattutto in contesti paesaggistici meno variegati.

La ricerca arriva a breve distanza da uno studio americano simile in cui si era giunti alle medesime conclusioni anche se ad essere analizzati erano parchi fotovoltaici coltivati (il cosiddetto agrivoltaico):

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Fonte: Ecological Solutions and Evidence

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