La domanda di terre rare, essenziali per le tecnologie energetiche pulite, sta crescendo: studi in Canada esaminano la possibilità di estrarle dalle ceneri di carbone
Le terre rare, nonostante il loro nome ingannevole, non sono così difficili da trovare come si potrebbe pensare. Il problema vero sta nella loro estrazione, spesso complicata e concentrata in poche aree del mondo, con la Cina che detiene il primato. Questi materiali sono essenziali per la produzione di tecnologie legate all’energia pulita, come turbine eoliche, veicoli elettrici e batterie, rendendoli una risorsa fondamentale nella transizione globale verso le energie rinnovabili. Con l’aumento costante della domanda, il tema è diventato sempre più rilevante.
A tal proposito, entra in scena Brendan Bishop, un dottorando dell’Università di Regina, che ha colto una sfida affascinante: cercare nuove fonti di terre rare nelle ceneri di carbone. Sì, proprio quel carbone che tutti vediamo come il nemico numero uno dell’ambiente. L’intuizione, però, è tanto semplice quanto geniale: riciclare i rifiuti di un’industria ormai superata per alimentare il settore green del futuro. Un’idea che suona quasi come un ossimoro.
Se negli Stati Uniti e in Cina queste ricerche sono già avviate da tempo, in Canada il team di Bishop ha appena iniziato a esplorare il potenziale delle ceneri prodotte dalle centrali elettriche di Alberta e Saskatchewan.
La scienza dietro la scoperta
Per risolvere il problema della distribuzione degli elementi rari all’interno delle ceneri, Bishop si è affidato alle linee di fascio a raggi X del Canadian Light Source, presso l’Università di Saskatchewan, studiando in particolare lo ittrio, uno degli elementi più preziosi. Si è scoperto che lo ittrio si concentra in specifiche fasi minerali delle ceneri, come silice e fosfati (per esempio, xenotime), che rimangono intatti durante la combustione del carbone. Questa ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology, apre nuove strade per il recupero delle terre rare, gettando le basi per un processo più efficiente e sostenibile.
Certo, non è tutto oro quello che luccica, e non lo sono nemmeno le terre rare. Estrarle dalle ceneri del carbone è tutt’altro che semplice, ma Bishop intravede in questo campo un’opportunità concreta per un recupero ecocompatibile. Le terre rare si trovano in forma di xenotime, un minerale già noto ai processi estrattivi tradizionali, e l’idea è di adattare queste tecniche esistenti alle ceneri del carbone. Nulla di impossibile, insomma, e neanche di troppo distante: le ceneri sono abbondanti, distribuite in modo omogeneo e già pronte per essere valorizzate.
Economia circolare: da rifiuto a risorsa
La vera bellezza di questa scoperta? Non sta solo nell’ottenere terre rare senza scavare nuove miniere, ma nel promuovere un modello di economia circolare. Le ceneri di carbone, che attualmente finiscono per la maggior parte in discariche o bacini di accumulo, potrebbero diventare una risorsa di valore. Non parliamo di piccoli benefici: ridurre l’impatto ambientale di questi rifiuti industriali e trasformarli in metalli preziosi per le tecnologie del futuro sarebbe un colpo doppio a favore dell’ambiente e dell’economia. Come dice Bishop, “non solo elimineremmo un problema ambientale, ma otterremmo anche i metalli necessari per alimentare le energie pulite”. E questo sì che è il classico esempio di quando fare la cosa giusta è anche la più intelligente.
Le terre rare sono il futuro delle tecnologie verdi, e la chiave per ottenerle potrebbe trovarsi proprio nelle scorie del passato. Se l’innovazione passa per il carbone, allora possiamo davvero iniziare a pensare che il futuro dell’energia pulita non sia poi così lontano.
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Fonte: Environmental Science and Technology
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