Con lo scopo di contribuire alla costituzione di una vera e proprio filiera industriale italiana delle energie rinnovabili attraverso una dettagliata analisi degli scenari attuali e delle previsioni future di sviluppo delle fonti alternative, è stato presentato oggi da Enea nella sede di Confindustria il Rapporto Fonti Rinnovabili 2010 che fa il punto della situazione sullo stato delle fonti energetiche pultie in Italia
Con lo scopo di contribuire alla costituzione di una vera e proprio filiera industriale italiana delle energie rinnovabili attraverso una dettagliata analisi degli scenari attuali e delle previsioni future di sviluppo delle fonti alternative, è stato presentato oggi da Enea nella sede di Confindustria il Rapporto Fonti Rinnovabili 2010 che fa il punto della situazione sullo stato delle fonti energetiche pultie in Italia.
Dal dossier emerge come nell’ultimo decennio, complici la crisi economica, l’incertezza dell’approvvigionamento energetico e il problema sempre più sentito dei cambiamenti climatici, si sia assistito a livello internazionale ad una crescita costante dell’offerta di energia proveniente da fonti rinnovabili. Solo in Europa si sono raggiunti risultati insperati solo qualche anno fa: tra il 2008 e il 2009, ad esempio la nuova capacità installata in impianti alimentati da fonti rinnovabili ha costituto il 61% del totale della nuova capacità istallata nella UE, contro una quota che nel 1995 era del 14%.
E l’Italia, grazie anche alle sostanziose incentivazioni al settore, non è stata da meno con alcune fonti, soprattutto il fotovoltaico (che ha superato la fatidica soglia di 1 Gwp di potenza installata) e l’eolico (per il quale l’Italia nel 2009 è diventata il terzo paese in Europa) hanno raggiunto livelli veramente incoraggianti. La strada da percorrere sulla via delle rinnovabili però è ancora lunga essendoci alcuni settori come quello del solare termico (in cui l’Italia è appena 14°) o delle biomasse non ancora sfruttati nel pieno delle loro potenzialità.
Per Enea se si vuole raggiungere pienamente l’obiettivo fissato in ambito comunitario e far sì che il 17% del totale del fabbisogno energetico riesca ad essere prodotto da fonti rinnovabili, diventa necessario sia diffondere le tecnologie esistenti che introdurre acceleratamente quelle ancora in fase di sviluppo. In questo modo, secondo lo scenario prospettato di “accelerazione tecnologica” diventerebbe possibile dimezzare le emissioni nel lungo periodo (2040) rispetto al 2005 e ridurle di un quarto nel medio (2020).
L’Italia, infatti, anche se in linea con l’Europa nel ricorso alle tecnologie per le rinnovabili presenta ancora un enorme ritardo nell’adeguamento della sua capacità produttiva ed è così che rimane costretta ad importare ancora dall’estero. Per superare tale dipendenza energetica sarà quindi fondamentale per l’Itaia sviluppare le competenze e il know how presenti nel prorpio tessuto industriale, ma soprattutto investire nella ricerca in modo da migliorare – come si può leggere dal dossier – il “nostro posizionamento strategico in segmenti di mercato emergenti, a diversi livelli di maturità tecnologica”. In tale ottica diventano fondamentali gli investimenti nello sviluppo delle reti per la gestione dei flussi d’energia, le cosiddette Smart Grid.
“Il Rapporto sulle Rinnovabili testimonia l’impegno dell’ENEA in supporto al sistema Paese per sostenere le scelte di investimento degli operatori industriali in termini di tecnologie energetiche e per favorire il trasferimento dell’innovazione tecnologica nelle loro realtà produttive – ha evidenziato l’Ing. Giovanni Lelli, Commissario ENEA – A questo proposito, ENEA e Confindustria hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa che promuove un rapporto più stretto tra il sistema della ricerca e il sistema industriale, con l’obiettivo di accelerare l’introduzione di innovazione nei settori industriali delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e delle tecnologie low-carbon, come opportunità per favorire l’internazionalizzazione e la competitività delle imprese italiane in linea con le istanze di sviluppo economico sostenibile del sistema energetico.”
“Per consentire il massimo rendimento delle energie rinnovabili nel minor tempo possibile è essenziale investire nell’attività di ricerca e sviluppo tecnologico – ha commentato il Prof. Giampaolo Galli, Direttore Generale di Confindustria – serve dunque un’azione sinergica tra il mondo scientifico e quello industriale per sviluppare nuove tecnologie in grado di rispondere alle esigenze della domanda nazionale proveniente dagli sviluppatori degli impianti e di reggere la sfida concorrenziale con i produttori internazionali, legando così lo sviluppo delle fonti rinnovabili con la crescita industriale ed occupazionale del settore. È in quest’ottica che Confindustria ed ENEA hanno recentemente sottoscritto un importante protocollo d’intesa volto a consolidare una già avviata collaborazione strategica finalizzata da un lato a sviluppare la ricerca industriale e dall’altro a elaborare e condividere scenari previsioni e d’impatto sul sistema paese della normativa nazionale e comunitaria in materia energetica.“
Simona Falasca