Price Cap: cosa significa davvero imporre un tetto massimo al gas contro il caro bollette

Continuano le discussioni tra gli Stati Membri dell'Ue sulla possibilità di reagire alla crisi energetica imponendo un tetto massimo di prezzo al gas russo (un price cap) al fine di limitare i guadagni di Putin. Ma che significa davvero questa misura?

Alla crisi energetica che sta facendo schizzare il prezzo del gas, la Commissione Europea ha proposto di rispondere imponendo un tetto massimo a quello russo, per limitare i guadagni di Putin con i quali, presumibilmente, viene finanziata la guerra in Ucraina. Ma che cos’è davvero il price cap?

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Il concetto di price cap non è stato inventato ora ma ultimamente è stato nuovamente invocato come misura per contrastare il caro bollette e contemporaneamente, di fatto, imporre una nuova sanzione economica alla Russia.

Il price cap è un massimale di prezzo, un tetto massimo, con il quale i Paesi potrebbero continuare ad acquistare gas dall’oleodotto russo purché il prezzo non superi una soglia concordata. Questo nell’ipotesi, ovviamente, che il fornitore non possa dirottare il gas verso altri mercati.

Su questo punto la Commissione Europea Commissione suggeriva di fissare il massimale dei prezzi al di sopra dei costi di produzione, ma al di sotto degli attuali prezzi di mercato per incoraggiare la Russia a continuare a vendere all’Europa.

Puntiamo ad abbassare i costi del gas – scrive la Presidente della Comissione Europea Ursula von der Leyen – Pertanto, proporremo un limite di prezzo per il gas russo. Naturalmente, l’obiettivo qui è molto chiaro […]: dobbiamo tagliare le entrate della Russia, che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina. E ora il nostro lavoro degli ultimi mesi ripaga davvero. Perché, all’inizio della guerra, se si guarda al gas importato, il 40% di esso era gas russo, da molto tempo. Oggi siamo scesi solo al 9%.

Se la strategia funzionasse, le bollette potrebbero essere effettivamente tagliate, o meglio, potrebbe essere messo un freno all’impennata attesa all’inizio dei tempi freddi.

Naturalmente però la Russia potrebbe decidere di vedere altrove e riemergerebbero agli occhi di tutti (almeno di chi vuole vedere) il fallimento delle nostre scelte energetiche che continuano a cercare fonti fossili, obsolete, inquinanti e comunque non a nostra disposizione.

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Per “tamponare”, infatti, la Commissione Europea sta lavorando anche ad altre misure: in particolare intende proporre un obiettivo obbligatorio di riduzione dei consumi di elettricità durante le ore di picco, lasciando agli Stati membri discrezionalità nella decisione sulla fascia oraria.

La domanda sorge sempre spontanea: ma le rinnovabili dove sono?

Per il price cap, comunque, è necessario un accordo tra i 27 Stati Membri. Che non è stato ancora raggiunto.

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Fonte: Commissione Europea

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