In Portogallo, l'energia pulita prodotta grazie alle rinnovabili ha superato il fabbisogno dell'intero paese. Un altro record a conferma del fatto che le fonti rinnovabili possono davvero ridurre, se non azzerare, la dipendenza dal petrolio
In Portogallo, l’energia pulita prodotta grazie alle rinnovabili ha superato il fabbisogno dell’intero paese. Un altro record a conferma del fatto che le fonti rinnovabili possono davvero ridurre, se non azzerare, la dipendenza dal petrolio.
Secondo i dati del REN (National Energy Networks), l’elettricità rinnovabile prodotta a marzo (4.812 GWh) ha superato il consumo del Portogallo continentale (4 647 GWh). In altre parole, il paese ha prodotto il 103,6% di elettricità rispetto a quella necessaria. E non era mai successo negli ultimi 40 anni.
Nel periodo analizzato, il consumo di energia rinnovabile ha registrato un minimo dell’86% il 7 marzo e un massimo del 143% l’11 marzo. Questi dati, oltre a indicare il raggiungimento di un obiettivo storico del settore elettrico portoghese, dimostrano la fattibilità tecnica, la sicurezza e l’affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale basato sulle rinnovabili.
Il Portogallo dal canto suo aveva già spinto il piede sull’acceleratore. Il picco precedente si era verificato 4 anni fa, il febbraio 2014 con il 99,2% di elettricità prodotta dalle rinnovabili.
Il mix energetico portoghese è composto principalmente da idroelettrico ed eolico che rappresentano rispettivamente il 55% e il 42% delle esigenze di consumo. La produzione mensile totale di energie rinnovabili ha inoltre impedito l’emissione di 1,8 milioni di tonnellate di CO2, che si è riflessa nel risparmio di 21 milioni di euro nell’acquisizione delle quote di emissione.
Visto il surplus, il Portogallo vanta anche un elevato livello di esportazioni pari al 19% del consumo di elettricità del Portogallo continentale (878 GWh).
“Questa elevata penetrazione di fonti rinnovabili ha influito positivamente sul prezzo medio del mercato giornaliero, pari a 39,75 € / MWh, inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (€ 43,94 / MWh) quando il peso delle rinnovabili nel consumo era del 62%” spiega Apren, l’Associazione portoghese per le energie rinnovabili.
Secondo l’associazione, tuttavia, ci sono stati alcuni periodi in cui le centrali elettriche e le importazioni di combustibili fossili sono state necessarie per completare la fornitura di energia elettrica. La buona notizia è che il ricorso alle fonti fossili sia stato completamente controbilanciato da periodi di maggiore produzione rinnovabile.
“Il record del mese scorso è un esempio di ciò che accadrà più frequentemente nel prossimo futuro. Infatti, si prevede che entro il 2040 la produzione di elettricità rinnovabile sarà in grado di garantire, in modo economicamente vantaggioso, il consumo totale annuo di elettricità del Portogallo continentale. Tuttavia, richiederà ancora risorse per gli impianti di gas naturale, oltre al supporto cruciale delle interconnessioni e al ruolo sempre più importante dello stoccaggio dell’elettricità” spiega l’associazione.
E in Italia?
Non illudiamoci, non raggiungiamo i risultati del Portogallo. Gli ultimi dati del Gse relativi al 2016 rivelano che nel nostro paese ogni 10 kWh consumati complessivamente per utilizzi elettrici, per scaldarsi o per muoversi, quasi 2 arrivano dalle fonti rinnovabili, con un beneficio in termini di emissioni evitate di 73 milioni di tonnellate di CO2. Per quanto riguarda la produzione elettrica nazionale, la percentuale coperta dalle rinnovabili è arrivata nel 2016 al 37,3%, con una potenza installata di 52,3 GW e una produzione di energia rinnovabile di 108 TWh. È l’idroelettrico la fonte rinnovabile più rilevante, coprendo da sola il 39% della generazione elettrica da rinnovabili. A seguire il fotovoltaico (20%), le bioenergie (18%) e l’eolico (16%).
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Francesca Mancuso