L’eolico offshore arriva anche in Italia: quali sono i progetti all’attenzione del MISE

Dopo il via libera del Ministero, presto partirà la realizzazione lungo le coste italiane di impianti eolici offshore

Dopo il via libera del Ministero, presto partirà la realizzazione lungo le coste italiane di impianti eolici offshore per la fornitura di energia pulita

Il Ministero della Transizione Ecologica prosegue nel suo impegno per favorire lo sviluppo di una nuova generazione di impianti offshore: si tratta di turbine eoliche galleggiati, collocate al largo delle coste e quindi prive di impatti paesaggistici. Al bando promosso dal MISE sono pervenute 64 manifestazioni di interesse, di cui 55 da parte di imprese e associazioni di imprese, 3 da parte di associazioni di tutela ambientale (WWF, Legambiente e Greenpeace) e 7 da altri soggetti (ANEV, Elettricità futura, CNA, CGIL, Università Politecnico di Torino, OWEMES – associazione di ricercatori, CIRSAM – Consorzio Internazionale per lo sviluppo e ricerca adriatico e mediterraneo).

Il MISE ha già provveduto ad analizzare 40 progetti di impianti eolici galleggianti – di cui più di venti localizzati al largo delle coste siciliane e sarde, più di 10 lungo la costa adriatica e il resto distribuiti fra le coste ionica e tirrenica. Almeno 20 delle manifestazioni di interesse sono state corredate da progetti precisi e dettagliati, che in numerosi casi prevedono impianti flottanti collocati oltre le 12 miglia. Purtroppo, però, nessuno degli impianti risulta ancora in funzione – la loro messa in opera rallentata a causa del complesso iter autorizzativo. Se tutti i progetti diventassero realtà, il nostro Paese disporrebbe di 17.000 megawatt di energia eolica provenienti da impianti offshore – di cui 5.200 provenienti da aree con fondale fino a 100 metri di profondità, 5.300 fra i 100 e 300 metri e 6.500 con fondali di profondità superiore ai 300 metri.

Si tratterebbe di una potenza quasi 19 volte superiore a quella prevista dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), che prevede l’installazione di 900 megawatt di eolico offshore in mare entro il 2030 nell’ottica di realizzare una politica energetica che assicuri la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale.

@ Terna

Fra i progetti più importanti si ricorda quello del parco eolico di Taranto (l’unico progetto di cui sono già iniziati i lavori e che dovrebbe essere operativo a partire dai primi mesi del prossimo anno): la fornitura delle turbine è stata assegnata alla società cinese Ming Yang Smart Energy, che fornirà 10 turbine con un contratto di 25 anni. Sempre in Puglia, ma a Brindisi e a Lecce, sono da menzionare anche due progetti finanziati dalla multinazionale Falk Renewables: l’azienda assicura, oltre all’approvvigionamento di energia pulita, anche la creazione di posti di lavoro stabili nel medio-lungo termine (si stima la creazione di 1.500 posti di lavoro), nonché ricadute positive sul settore terziario e sullo sviluppo economico in un territorio ancora caratterizzato da impianti industriali di vecchia generazione.

Per quanto riguarda invece la Sicilia, un’altra regione particolarmente coinvolta nello sviluppo dell’eolico offshore, degno di menzione è il progetto dell’impresa Med Wind, che prevede la costruzione di un parco eolico composto da 190 turbine galleggianti a circa 60 km dalla costa, che produrranno 9.000 megawatt all’anno di energia pulita: si prevede la fine dei lavori per il 2025, e l’inizio della produzione a partire dal 1° gennaio del 2026.

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Fonti: MISE / Terna

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