Col voto di domenica scorsa, gli elettori svizzeri hanno respinto i piani per finanziare e accelerare i grandi progetti di energia solare sulle montagne
L’hanno chiamato “offensiva solare” il progetto per la costruzione di parchi solari tra le Alpi, ma le cittadine e i cittadini di questa zona della Svizzera, il Canton Vallese, hanno deciso di esprimere la propria opinione alle urne.
Risultato? Respinto il progetto di consentire l’accelerazione della costruzione di grandi parchi solari nelle Alpi. Quasi il 54% dei cittadini ha votato, domenica 10 settembre, contro la proposta: il decreto entrato in vigore il 17 febbraio 2023, dunque, è abrogato con effetto immediato e i progetti solari alpini già annunciati in Canton Vallese potranno concretizzarsi, ma seguendo l’iter abituale, senza alcuna accelerazione.
La proposta faceva parte della spinta del Governo federale a sviluppare fonti energetiche rinnovabili: alla sua origine ci sono infatti la sezione locale del Partito ecologista svizzero, l’organizzazione ambientalista Pro Natura e altre sette organizzazioni e il loro intento era opporsi a un decreto approvato in febbraio dal Parlamento cantonale che facilita e accelera il processo di approvazione della costruzione di grandi parchi solari in montagna. Secondo loro, la legge non tiene conto della natura e i pannelli in questione dovrebbero essere installati sui tetti degli edifici esistenti.
L’ “offensiva solare” in Svizzera
Nei mesi scorsi, il Parlamento federale ha approvato la cosiddetta legislazione “Solarexpress“, che semplifica e accelera la realizzazione di grandi parchi solari sulle Alpi. Ma per ottenere i fondi, i parchi solari dovranno essere di “interesse nazionale”, non dovranno sorgere nelle riserve naturali e andranno smantellati alla fine della loro vita operativa.
In più, gli impianti dovranno inoltre iniziare a immettere elettricità nella rete a partire dalla fine del 2025, con un obiettivo di produzione complessiva di 2 terawattora (TWh) all’anno, sufficienti per 500mila economie domestiche.
Ora, con il no al decreto da parte dell’elettorato vallesano, i progetti solari alpini potranno ancora essere realizzati nella regione, ma non potranno beneficiare dei sussidi federali e dovranno affrontare un processo di approvazione più lungo
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Fonte: vs.ch
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