Le multinazionali del petrolio hanno registrato profitti da capogiro nel bel mezzo della crisi climatica ed energetica

I guadagni delle più grandi compagnie petrolifere del mondo hanno battuto ogni record lo scorso anno, grazie all'aumento del prezzo del greggio innescato dal conflitto in Ucraina. Tutto questo mentre le famiglie e le piccole imprese fanno i conti con le pesanti conseguenze dell'inflazione e il nostro Pianeta è sempre più rovente...

Mentre scienzati e attivisti per l’ambiente continuano a ribadire l’importanza di investire nella transizione ecologica e tantissime famiglie non riescono più a pagare le bollette di luce e gas, i colossi del petrolio si arricchiscono senza farsi alcuno scrupolo.

I numeri relativi ai guadagni delle grandi compagnie petrolifere nel corso del 2022 fanno davvero girare la testa. In base ai calcoli fatti dagli esperti del Financial Times e dell’agenzia di stampa Reuters, il bottino totale incassato dalle cosiddette Big Oil, ovvere le 5 principali società energetiche del mondo occidentale (Shell, BP, TotalEnergies, Chevron e ExxonMobil) hanno toccato la quota vertiginosa di 200 miliardi di dollari. Un record assoluto.

A giocare a loro vantaggio la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e le sanzioni nei confronti della Russia. Lo scorso anno, per via causa del conflitto, i costi del greggio sono schizzati alle stelle, arrivando addirittura a 120 dollari al barile nel periodo estivo.

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Quanto hanno guadagnato le Big Oil nel 2022?

Per le Big Oil è stata un’annata d’oro, senza precedenti, a discapito dell’ambiente e delle tasche dei ceti medi e dei più poveri. Per alcune compagnie i profitti sono più che raddoppiati. È il caso della società anglo-olandese Shell, che lo scorso anno ha incassato la bellezza di 39,9 miliardi di dollari, praticamente il doppio degli utili del 2021.

A chiudere l’anno con il botto anche il colosso americano ExxonMobil finito nella bufera per aver negato per decenni la crisi climatica legata alle emissioni nonostante i suoi report in cui si prevedevavano gli effetti deleteri sul Pianeta già negli anni 70 – ha registrato profitti per 55,7 miliardi nel 2022, oltre due volte il la cifra del 2021.

Anche la multinazionale britannica BP ha più che raddoppiato i suoi guadagni rispetto all’anno precedente, toccando quota 27,7 miliardi di dollari.

Mega profitti anche per il colosso statunitense dell’energia Chevron, che nel 2022 ha guadagnato ben 36,5 miliardi di dollari, oltre il doppio degli utili del 2021.

Anno memorabile pure per la società petrolifera francese TotalEnergies, che ha chiuso il 2022 con un utile pari a 20,5 miliardi di dollari (un record per la multinazionale), segnando un balzo del 28% rispetto al 2021.

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@Financial Times

Mentre le multinazionali continuano ad arricchirsi, il nostro Pianeta brucia

Questo arricchimento spropositato delle multinazionali del petrolio – nonostante diversi governi abbiano applicato delle tasse sugli extraprofitti delle società (per avvantaggiare cittadini e imprese più piccolo) – non può non suscitare rabbia e disappunto, in un momento storico in cui le fasce più povere della popolazione si ritrovano sempre più in difficoltà e mentre la Terra si spinge sempre di più verso il punto di non ritorno.

Le compagnie petrolifere globali segnalano il 2022 come l’anno più redditizio della loro storia. – ha commentato a tal proposito su Twitter il segretario generale dell’Onu António Guterres – Nel frattempo, il Pianeta continua a bruciare mentre i budget delle famiglie si riducono. Dobbiamo cambiare rotta. L’unica direzione credibile da prendere è lontano dai combustibili fossili e verso le energie rinnovabili.

Il 2022 è stato un anno d’oro per le Big Oil, ma il 2023 non sarà da meno. Secondo le proiezioni degli esperti, le 5 supermajor petrolifere occidentali dovrebbero arrivare a guadagnare complessivamente 150 miliardi di dollari, circa un quarto in meno rispetto all’anno appena trascorso.

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Fonti: FT/Reuters/António Guterres (Twitter)

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