Se volete installare impianti solari fotovoltaici e termici, è il momento giusto. Da oggi non occorre alcun permesso, autorizzazione o atto di assenso. La regola vale se l'impianto è installato su un edificio o anche su strutture e manufatti fuori terra diversi dagli edifici
L’aumento dei prezzi delle attuali fonti energetiche del nostro Paese (petrolio e gas metano), derivante dalle tensioni internazionali e dai conflitti ai quali stiamo assistendo nel cuore del continente, pongono di fronte al governo nuove ed impegnative sfide: da una parte è necessario calmierare il prezzo dell’energia per consumatori privati ed imprese, dall’altra urge la ricerca di nuove fonti energetiche alternative ai nostri fornitori “storici”.
Il decreto-legge Il decreto-legge n.17/2022 del 1 marzo 2022 dal titolo “Misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e fonti rinnovabili” si innesta in questa direzione: fra le novità, il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, ma anche una forte spinta verso la diffusione delle energie rinnovabili – in particolare, verso una semplificazione nell’installazione dei pannelli fotovoltaici.
Si consideri che, nel primo trimestre di quest’anno, si è assistito ad un aumento del 55% per la bolletta dell’elettricità e del 41,8% per quella del gas (dati ARERA). Per contrastare tali aumenti il governo si muoverà in due modalità: una modalità emergenziale, con misure per abbassare in breve tempo i costi delle bollette e sostenere famiglie ed imprese; una modalità lungimirante, con misure che evitino nel futuro di evitare altre crisi come quella in corso, per esempio con l’aumento della produzione nazionale di energia.
Ed è proprio in questo secondo bacino di misure che si inseriscono anche le nuove direttive in materia di energia rinnovabile, con una semplificazione per quanto riguarda l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali.
Cosa cambia per chi vuole installare pannelli fotovoltaici
Questo provvedimento sostituisce quello attualmente in vigore (art.7-bis del d.lgs. 28/2011) e trasforma l’installazione, con qualunque modalità, di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici in un intervento di manutenzione ordinaria e pertanto non più subordinato all’acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso – eccezion fatta per impianti che ricadono in aree protette e sottoposte a tutela artistica, paesaggistica e culturale. Rientreranno in questa nuova misura gli impianti di potenza compresa fra i 50 e i 200 kW.
Semplificazioni ulteriori riguardano poi l’installazione di pannelli fotovoltaici in aree agricole: in particolare, viene consentito l’accesso agli incentivi statali anche agli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra – a condizione però che occupino una superficie complessiva non superiore al 10% della superficie agricola aziendale.
Si attendono ulteriori prescrizioni che riguarderanno la creazione di impianti di produzione di calore da risorsa geotermica (sonde geotermiche) per il riscaldamento degli edifici e la produzione di energia elettrica, che arriveranno entro l’effettiva entrata in vigore della nuova legge (fra sessanta giorni) e che definiranno i casi in cui tale creazione può essere considerata attività edilizia libera.
Il Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha manifestato chiaramente l’intenzione del governo di svincolare il Paese dalla dipendenza energetica dalla Russia, puntando proprio sulle rinnovabili. Eppure proprio la situazione di crisi energetica derivante dal conflitto russo-ucraino ha gettato il governo nel panico più totale: sono stati siglati accordi con Paesi che già ci forniscono gas naturale, come Azerbaijan e Algeria, per un eventuale aumento delle importazioni (il Ministro degli Esteri Di Maio si è recato ad Algeri proprio per questo); si è parlato di intensificare l’estrazione di gas dai giacimenti presenti sul nostro territorio; si è ipotizzata addirittura la riaccensione di vecchie ed inquinanti centrali a carbone ormai dismesse da anni.
L’occasione data dal conflitto in Ucraina, per quanto tragica, potrebbe rappresentare per l’Italia il pungolo necessario per un cambio di rotta definitivo, con l’abbandono delle fonti fossili e il passaggio alle rinnovabili: molte imprese presenti sul territorio sono già quasi completamente convertite al rinnovabile, molte altre si dicono disposte a convertirsi.
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Fonte: Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana
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