Il governo spagnolo ha approvato il settimo Piano sui Rifiuti Radioattivi, un passo cruciale non solo per la gestione delle scorie ma che porterà anche alla graduale chiusura di tutte le centrali nucleari del Paese prevista per il 2035
Il Consiglio dei ministri spagnolo ha dato il via libera al tanto atteso settimo Piano generale sui rifiuti radioattivi (era in discussione da diversi anni) segnando una svolta significativa non solo nella gestione delle scorie provenienti dalle centrali nucleari del Paese ma anche per il futuro del nucleare stesso.
Il Piano prevede infatti di avviare il processo di chiusura ordinata, dunque graduale, dei cinque impianti nucleari ancora attivi, con inizio previsto nel 2027 e conclusione nel 2035.
E le scorie? I rifiuti ad attività molto bassa, bassa e media andranno a El Cabril, il magazzino situato nella provincia di Córdoba, che dovrà essere ampliato. Ma il problema principale del nucleale, si sa, risiede nei rifiuti ad alta attività, generati dai pericolosi combustibili esausti utilizzati nelle centrali elettriche. Nel 2006, la Spagna aveva deciso di costruire un deposito temporaneo centralizzato (conosciuto come ATC) a Villar de Cañas, ma questo progetto è stato abbandonato per una serie di controversie e alla fine il sito è stato giudicato non idoneo.
Il nuovo piano approvato sostituisce l’ATC e prevede la realizzazione di 7 magazzini temporanei, uno in ciascuno dei cinque impianti ancora attivi e altri due nelle centrali nucleari di Garoña e José Cabrera, che sono già in fase di smantellamento.
Il nuovo approccio prevede che ogni impianto conservi i rifiuti più pericolosi in magazzini temporanei fino a quando sarà operativo il Deposito Geologico Profondo (AGP), probabilmente intorno al 2070. Si tratta di un’infrastruttura per cui hanno già optato Paesi come Finlandia, Svezia, Svizzera e Francia, sebbene nessuno di questi silos sia ancora operativo.
Questa decisione era essenziale per avanzare nella chiusura degli impianti in Spagna, soprattutto perché durante la fase di pianificazione, il governo aveva considerato la possibilità di un unico ATC per tutte le scorie nucleari del Paese. Tuttavia, nessuna comunità autonoma (come c’era da aspettarsi) si è offerta per ospitare un simile deposito.
Il piano del Governo prevede costi futuri di circa 20,22 miliardi di euro, coperti principalmente dalle società elettriche coinvolte nel trattamento dei rifiuti radioattivi.
Il Piano di abbandono graduale del nucleare in Spagna
Attualmente, la Spagna ospita sette reattori nucleari distribuiti in cinque centrali che forniscono circa il 20% dell’elettricità nazionale. Il piano prevede la chiusura graduale di questi impianti, con il primo reattore di Almaraz (in Extremadura) che cesserà l’attività nel novembre 2027 e a seguire tutti gli altri fino ad arrivare all’ultimo che sarà fermato nel maggio 2035.
Questa transizione energetica mira a far funzionare il sistema elettrico nazionale senza l’energia nucleare, basandosi principalmente sulle fonti rinnovabili entro il 2035.
La fase di smantellamento degli impianti inizierà almeno tre anni dopo la cessazione dell’attività, con l’agenzia pubblica Enresa che gestirà il processo. Tuttavia, la presenza dei magazzini temporanei ritarderà la bonifica completa del territorio, prevista non prima del 2070.
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Fonte: El Pais
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