Dopo il decreto sulla geotermia, approvato agli inizi di febbraio, potrebbe essere la volta buona per la produzione di energia elettrica da biomasse, ovvero dagli scarti delle lavorazioni agricole, ma anche da apposite coltivazioni a ciò destinate e, perciò, spesso indicate con il nome di agrienergia.
Dopo il decreto sulla geotermia, approvato agli inizi di febbraio, potrebbe essere la volta buona per la produzione di energia elettrica da biomasse, ovvero dagli scarti delle lavorazioni agricole, ma anche da apposite coltivazioni a ciò destinate e, perciò, spesso indicate con il nome di agrienergia.
Dopo il Comitato Interministeriale del 3 marzo, infatti, potrebbe essere approvato un decreto, attualmente all’attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico, con il quale verranno istituiti incentivi statali per premiare le aziende che produrranno energia elettrica da biomasse mediante un meccanismo incentivante che prevede un contributo di 0,28 centesimi per ogni kilowatt prodotto da impianti al di sotto di una potenza complessiva di 1 Mw.
Si tratta di impianti, quindi, non a caso detti impianti “diffusi” che dovrebbero favorire gli imprenditori agricoli, anche di aziende più piccole, del settore bieticolo-saccarifero colpiti dalla crisi economica. Il provvedimento, infatti, che prevede uno stanziamento di fondi pari a 20 milioni di euro per la costruzione di nuovi impianti, rientra nel progetto di finanziamento della riconversione degli stabilimenti saccariferi in crisi e dimostra ancora una volta che, attraverso il rispetto dell’ambiente, è possibile attuare politiche “verdi” a diretto vantaggio anche dell’economia.
La notizia del provvedimento è stata data direttamente il Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia che, rispondendo ad una interrogazione parlamentare del deputato UDC Mauro Libè, che sollecitava incisive misure di aiuto al settore bieticolo–saccarifero in crisi, ed attanagliato anche da una incertezza normativa sulla presenza per il futuro di aiuti ed incentivi statali, ha spiegato che il provvedimento con il quale si intende finanziare la produzione di energia elettrica da biomasse è un emendamento del provvedimento generale di sostegno al settore bieticolo-saccarifero per aiutare il quale, dopo la riunione del 3 marzo, potrebbero essere previsti ulteriori strumenti straordinari.
“Come da conclusioni dell’incontro del 9 settembre 2009, questa amministrazione si è attivata le settimane scorse – ha informato Zaia – presso la presidenza del Consiglio dei Ministri per una ulteriore convocazione del Comitato Interministeriale. Il nuovo incontro è stato fissato per mercoledì 3 marzo e valuterà i possibili strumenti straordinari per sbloccare l’impasse determinato da veti locali in cui versano i progetti di riconversione – ha detto il Ministro – “Continua la nostra attenzione verso quelle imprese agroalimentari che scelgono di investire nell’innovazione e nelle energie rinnovabili da biomasse agricole“.
“Le agroenergie – ha aggiunto Zaia – costituiscono peraltro un’opportunità preziosa, per gli agricoltori, per diversificare il loro reddito, specie in una congiuntura delicata come questa. Tutto questo risponde a quel modello di Green Economy che noi sosteniamo con convinzione, e che contribuisce allo sviluppo sostenibile dei diversi territori”
I finanziamenti saranno destinati in via primaria ad impianti a spiccato contenuto innovativo fino a 1 Mw500 mila euro ed intensità non superiore al 40 per cento del costo dell’investimento. Con questo provvedimento, il Ministero prevede di finanziare impianti per una potenza complessiva superiore a 30 Mw elettrici, tutti alimentati da biomasse di origine agricola compatibili con i criteri di sostenibilità ambientale dettati dall’Unione Europea. La procedura sarà gestita congiuntamente dal Ministero delle Politiche Agricole e forestali e dall’ Enama – Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola elettrico di potenza, con un contributo massimo pari a
In generale, gli aiuti per finanziare il settore bieticolo-saccarifero in crisi avranno un importo massimo di 43 milioni di euro l’anno per un totale di 86 milioni per le due annualità d’interesse, 2009 e 2010, commisurati ad una produzione nazionale di zucchero di 508.379 tonnellate.
Andrea Marchetti