A Taranto è stato appena inaugurato il primo parco eolico del Mar Mediterraneo, che fornirà energia pulita a ben 60mila persone. L'impianto aiuterà il nostro Paese ad essere meno dipendente dal carbone e dal petrolio - altamente inquinanti - provenienti dall'estero. Peccato, però, che il progetto abbia visto la luce dopo 14 anni a causa di ostacoli burocratici
Dopo circa 14 anni anni di ritardi e rinvii, possiamo finalmente dire che il Mar Mediterraneo ha il suo primo parco eolico off-shore. Beleolico, così si chiama l’impianto, sorge a Taranto ed è stato inaugurato proprio questa mattina nel corso di una cerimonia alla quale hanno preso parte diverse figure istituzionali, fra cui il Presidente della Regione Puglia, il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini.
A sviluppare l’innovativo parco marino Rexenia, società italiana che dal 2011 si occupa di gestione di impianti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Una volta messo in funzione, il parco – che ha una potenza complessiva di 30 MW ed è dotato di 10 turbine – sarà in grado di generare energia pulita pari a circa 58mila Mwh, coprendo così il fabbisogno di 60mila persone. Nell’arco della sua vita, Beleolico permetterà di risparmiare circa 730mila tonnellate di CO2.
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Un progetto rivoluzionario atteso da ben 14 anni
Ma la strada che ha portato alla sua realizzazione non è stata affatto priva di ostacoli burocratici, come evidenziato dall’associazione Legambiente.
È un caso emblematico della via crucis autorizzativa del nostro Paese: il progetto proposto nel 2008 ha avuto la contrarietà degli enti locali e ricevuto il parere negativo della Sovrintendenza per un incomprensibile impatto visivo, considerando la presenza delle ciminiere dell’ex Ilva, della raffineria Eni, del cementificio e delle gru del porto industriale – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Il caso di Taranto è purtroppo solo la punta di un iceberg perché in Italia sono tanti i progetti sulle rinnovabili bloccati per eccessiva burocrazia, no delle amministrazioni locali, pareri negativi delle Sovrintendenze, moratorie delle Regioni, proteste dei comitati locali e di alcune associazioni ambientaliste. Tutto ciò è inammissibile: il Paese dovrebbe chiedere scusa alle aziende che in Italia stanno investendo sulle fonti pulite.
In occasione dell’inaugurazione di stamattina, Legambiente ha organizzato un flashmob mostrando lo striscione “Scusate il ritardo” per lanciare due appelli al nostro governo.
Il primo è rivolto al premier Mario Draghi affinché vari al più presto un decreto sblocca rinnovabili per velocizzare lo sviluppo delle fonti pulite (in primis eolico, a terra e a mare, fotovoltaico sui tetti, anche nei centri storici, agrivoltaico che non consuma suolo agricolo, digestori anaerobici per produrre biometano) e degli investimenti in accumuli, pompaggi e reti. – spiegano gli attivisti di Legambiente – Sarebbe la risposta più efficace all’attuale crisi energetica, ma anche un contributo concreto per produrre il 100% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2035 come sta decidendo di fare la Germania. Il secondo appello è indirizzato al ministro della Cultura Dario Franceschini affinché indirizzi le sovrintendenze, inclusa quella speciale sul Pnrr, a non ostacolare più la transizione ecologica. Ogni progetto viene bocciato a prescindere: serve un cambio culturale perché le rinnovabili modificheranno alcuni paesaggi ma ne miglioreranno altri, come quelli dove saranno smantellate le centrali termoelettriche con le loro alte ciminiere, e aiuteranno a combattere crisi climatica e smog.
Oggi siamo alla inaugurazione del parco eolico di Taranto, dopo un'attesa durata 14 anni. Scusate il ritardo
Posted by Legambiente Taranto on Thursday, April 21, 2022
Insomma, la realizzazione del primo parco marino eolico del Mediterraneo è soltanto un punto di partenza, che ci ricorda quanto sia fondamentale investire nelle rinnovabili per salvaguardare l’ambiente e rendere il nostro Paese più indipendente dal punto di vista energetico. Ma per la costruzione di impianti che producono energia pulita, come il Beleolico, non è ammissibile attendere oltre un decennio per motivi burocratici…
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Fonti: Rexenia/Legambiente
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