Entro il 2030 l’idrogeno ricavato da fonti rinnovabili sarà il combustibile più economico in assoluto. Stop alle fossili presto
Entro il 2030 l’idrogeno ricavato da fonti rinnovabili sarà il carburante più economico in assoluto. E il Governo australiano si è detto pronto a puntare su questa sorgente energetica pulita appena sarà scesa di prezzo.
L’idrogeno come combustibile è sotto la lente di ingrandimento da tempo, perché potente e non inquinante (il prodotto della sua combustione è infatti vapore acqueo). A luglio di quest’anno la Hyundai Motor Company ha annunciato di aver spedito in Svizzera le prime 10 unità della Hyundai XCIENT Fuel Cell, il primo camion al mondo con questa alimentazione mai prodotto in serie.
E la Nikola Motor Company si è dichiarata intenzionata a lanciare 2021 Nikola Tre, una motrice destinata al trasporto delle merci su lungo raggio alimentata a batteria, con un’autonomia di quasi 1.000 chilometri, a cui dovrebbero seguire dal 2023 il Nikola 1 ed il Nikola 2, due tir alimentati a idrogeno.
Ma, affinché la tecnologia sia veramente pulita nel suo complesso, l’idrogeno deve essere prodotto da fonti rinnovabili, altrimenti, pur avendo emissioni zero a valle, non ne avrebbe decisamente a monte, cioè nella fase di produzione del combustibile. E ovviamente è importante che il processo non sia svantaggioso economicamente.
Dall’Australia arriva ora un’importante speranza grazie ad un’analisi di BloombergNEF: produrre idrogeno da fonti rinnovabili (soprattutto eolico e fotovoltaico) sarà un metodo più economico, anzi, il più economico in assoluto per avere un combustibile veramente green, superando anche quello prodotto con gas e carbone, dando il via così ad un’industria ad hoc su larga scala.
Il governo del gigante oceanico aveva già indicato l’idrogeno come la tecnologia prioritaria a basse emissioni che potrebbe contribuire alla sostituzione dei combustibili fossili nei trasporti, nell’elettricità e nei processi industriali. E la stessa Commissione Europea ha “scelto” lo scorso luglio l’idrogeno come via per un’Europa “climate-neutral”, ovvero con un’economia priva di impatto sui cambiamenti climatici.
Ma ancora si parlava di produzione da gassificazione del carbone, in cui questo viene trasformato in una miscela di syngas e metano tramite vapore acqueo. Che, almeno a breve termine, appare la soluzione di compromesso.
Ora invece sappiamo che il tempo delle fossili sta per scadere: i metodi di produzione che utilizzano l’energia rinnovabile diventeranno più economici con l’aumento della domanda e l’analisi di BloombergNEF ha scoperto che gli elettrolizzatori utilizzati in Cina potrebbero già essere un quinto del costo stimato in una roadmap CSIRO pubblicata nel 2018, utilizzata come base per le stime del governo australiano.
“Riteniamo che gli elettrolizzatori possano essere molto più economici molto prima di quanto la maggior parte delle persone si aspetti” ha dichiarato su questo a The Guardian Kobad Bhavnagri, responsabile globale della decarbonizzazione industriale di BloombergNEF di Sydney”.
La società di consulenza ha suggerito in particolare che l’idrogeno verde potrebbe costare prima del 2030 meno di 1.5 euro al chilogrammo, la soglia al di sotto della quale arriverebbe la vera competitività della tecnologia, che metterebbe finalmente in soffitta le fonti fossili.
In un’intervista rilasciata ad ABC, Alan Finkel, scienziato capo e consigliere del governo australiano ha detto che nessun Paese avrebbe acquistato idrogeno che non fosse “pulito”, poiché l’industria era stata sviluppata proprio perchè questo fosse davvero un sostituto dei combustibili fossili.
Aggiungendo: “Penso davvero che l’idrogeno prodotto dal solare e dall’eolico precederà qualsiasi altra fonte”.
Speriamo!
Fonti di riferimento: The Guardian / BloombergNEF / Governo Australia / Commissione Europea / COAG Energy Council / ABC
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