Arpa Veneto divulga le prime indicazioni per determinare l’eventuale impatto sul microclima che può avere l’installazione degli impianti solari in territorio urbano, industriale e rurale
Gli impianti fotovoltaici sono in grado di riscaldare le aree circostanti? Possono influenzare gli ecosistemi naturali o antropici in impattando così, negativamente, su fauna, flora e anche sulla salute umana?
A queste domande tenta di rispondere l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione ambientale della Regione Veneto, che ha reso note le prime linee guida in Italia volte ad approfondire la relazione tra microclima ed impianti solari.
L’obiettivo è soprattutto quello di valutare l’eventuale formazione di isole di calore in conseguenza dell’installazione di questi impianti.
Ma cos’è un’isola di calore?
Accade soprattutto nei centri urbani, quando nella stagione estiva può verificarsi un fenomeno microclimatico detto appunto “effetto isola di calore”, che comporta un surriscaldamento locale con un aumento delle temperature fino a 4- 5° rispetto alle zone periferiche o alle campagne. Questo fenomeno è causato dall’intensa urbanizzazione, ma è possibile che possa essere provocato anche da differenti cause che sono tra loro in relazione.
Le linee guida di Arpa Veneto
Le linee guida in Italia per la valutazione dell’impatto microclimatico del fotovoltaico in ambiente urbano, peri urbano, industriale e rurale, partono dal presupposto della crescente preoccupazione che riguarda proprio la capacità degli impianti solari di riscaldare le aree circostanti, influenzando così potenzialmente vari ecosistemi naturali o antropici che si trovano attorno.
Come si legge nel documento, tra i possibili impatti microclimatici causati dagli impianti FVT e A-FVT i più frequenti sono:
- aumento di temperatura dell’aria
- variazione di umidità dell’aria ed evapotraspirazione (suolo naturale o permeabile)
- diminuzione della radiazione solare (sotto e in prossimità dei pannelli solari)
- variazioni a microscala della ventilazione
Tra questi impatti, quello più significativo in tutti gli ambienti di localizzazione degli impianti FVT/A-FVT è l’alterazione del campo termico. Si parla di fenomeno di Isola di Calore da Fotovoltaico (PVHI) in analogia al fenomeno microclimatico di Isola di Calore Urbana (UHI).
Le due campagne di monitoraggio
Il documento spiega che, per ogni tipo di impianto fv a terra, l’analisi dovrà effettuare due campagne di monitoraggio del microclima locale attraverso stazioni meteo, una in fase ante operam, quindi prima dell’impianto, e una in pieno esercizio dello stesso. Quelle misure che vengono prodotte dalle stazioni per oltre un anno in fase post operam consentono di valutare intensità e estensione dell’isola di calore generata. Affinché i dati possano essere considerati “di qualità”, però, devono essere sottoposti ogni giorno a una validazione seguendo i criteri riportati nella stessa guida dell’Arpa Veneto.
Nel caso in cui non sia possibile effettuare una campagna meteorologica – si legge nella nota stampa – si propongono alternative al monitoraggio in campo, come lo studio delle immagini da satellite ad alta risoluzione e la modellistica numerica.
Da qui, si possono ideare azioni per mitigare l’effetto.
QUI il documento completo.
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