La Germania prova a contrastare la profonda crisi energetica in cui versa per effetto del conflitto in Ucraina chiedendo il sostegno di tutti i cittadini
Il tema del risparmio energetico è sempre più al centro del dibattito politico, non solo nel nostro Paese ma in tutto il continente, alle prese con la necessità di diversificare le fonti energetiche a causa del conflitto russo-ucraino.
La Germania, fortemente dipendente dal gas russo, sta facendo da apripista, annunciando il proprio impegno concreto a ridurre i consumi di gas fino al 20% rispetto agli anni precedenti. In modo non tanto diverso dalla formica della favola del greco Esopo, che trascorre l’estate a fare provviste per l’inverno, si spera di riuscire a fare scorte di gas per la fredda stagione invernale, in cui i consumi della risorsa certamente aumenteranno.
Ma non è solo il gas che va razionato: anche l’energia elettrica sta vedendo il suo costo salire sempre più e ciò ha spinto il governo di Berlino a prendere dei provvedimenti drastici per contenere le conseguenze economiche di tali aumenti sulle tasche dei cittadini.
Ecco allora che diverse città tedesche, come per esempio Augusta o Düsseldorf, hanno deciso di spegnere l’illuminazione urbana e la maggior parte delle fontane per risparmiare energia elettrica. La sindaca di Augusta, Eva Weber, ha parlato di un sacrificio necessario da fare tutti per poter affrontare questi tempi così difficili.
Anche la capitale Berlino è sempre più al buio: da qualche settimana, infatti, circa duecento edifici monumentali della città (fra cui il Palazzo di Charlottenburg, la Colonna della Vittoria, il municipio e la cattedrale di Santo Stefano) non sono più illuminati di notte.
Lo scorso mese il Ministro dell’Economia e vicecancelliere Robert Habeck, del partito dei verdi, ha invitato la popolazione a fare docce più brevi e possibilmente fredde, a provvedere con strategie di isolamento termico per risparmiare su riscaldamento e condizionamento dell’aria nei propri appartamenti, ad aumentare la temperatura del frigo di casa di un grado, a non riscaldare artificialmente l’acqua delle piscine domestiche.
Si tratta, almeno per i privati, di semplici raccomandazioni e non di obblighi vincolati da leggi. Eppure i risultati stanno iniziando a dare i propri frutti – segnale del fatto che tutti i cittadini (o quasi) stanno dando il loro contributo.
Secondo il Bundesverband der Energie- und Wasserwirtschaft (l’agenzia tedesca per l’industria dell’energia e dell’acqua) i consumi di gas si sono ridotti del 6,4% nei primi cinque mesi dell’anno e del 10,8% solo nel mese di maggio rispetto a quelli registrati negli anni scorsi.
Parallelamente all’uso responsabile della risorsa energetica, va diffondendosi sempre più nel Paese un nervosismo nei confronti del possibile razionamento del gas nei mesi invernali, se il governo non trova una soluzione alternativa al gas russo: la popolazione sta facendo scorta di legna per camini e stufe in previsione dell’inverno, quando le temperature scendono anche fino a -20°C.
Per far fronte all’emergenza freddo che verrà e dare a tutti i cittadini, anche a quelli più poveri, la possibilità di avere un posto dove stare al caldo, alcune città stanno pianificando l’apertura di spazi pubblici dove poter trovare riparo dal gelido inverno tedesco.
Insomma, in Germania la crisi energetica è già crisi sociale, e per provare a fermarla bisogna remare tutti insieme. Prima che sia troppo tardi e che gli effetti sulla popolazione siano irreversibili.
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Fonte: Reuters
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