Qualsiasi vulcano attivo è allo stesso tempo un pericolo e una risorsa: basta pensare all'Islanda, paese dove la popolazione convive da secoli con eruzioni e terremoti, avendo però imparato a sfruttare l'energia e il calore del magma per riscaldare le case e produrre elettricità
Qualsiasi vulcano attivo è allo stesso tempo un pericolo e una risorsa: basta pensare all’Islanda, paese dove la popolazione convive da secoli con eruzioni e terremoti, avendo però imparato a sfruttare l’energia e il calore del magma per riscaldare le case e produrre elettricità. Anche l’Italia, finalmente, pare essersi accorta di questo rovescio della medaglia, con un progetto ambizioso che punta a circa 4 TWh di produzione annua (potenziale), in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di ben 700.000 persone. Come? Grazie al vulcano Marsili, il più grande cratere sottomarino d’Europa, un mostro alto 3.000 metri… al largo delle isole Eolie.
Avviato ormai 5 anni fa (2006) con una serie di rilievi magnetici, il Marsili Project – questo il nome scelto per il progetto – entrerà a breve nella seconda fase, quella esplorativa. Il primo obiettivo concreto sarà la costruzione di una piattaforma di trivellazione con un pozzo pilota a circa 800 metri di profondità. A questa dovrebbero seguirne altre 4, l’ultima delle quali entro il 2015, per un investimento complessivo di 2 miliardi di euro. Per il geotermico nostrano sarebbe un bel colpo, basta pensare che la quota della produzione da questo tipo di fonti passerebbe dal 2 al 4%, con una spesa che, se confrontata al costo previsto per il nucleare, sarebbe irrisoria.
E a proposito di soldi, è bene sottolineare come a pagare non sia lo Stato, ma una società – la Eurobuilding Srl – specializzata nel settore delle costruzioni, facente oltretutto parte di un gruppo di imprese – UNA Holding – che fa affari anche nel settore immobiliare, della protezione costiera e dell’energia. Energia che quindi, in questa prospettiva, non verrà certo regalata a chi dovrà comprarla, cioé noi. Eppure, come dichiarato dal premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia qualche settimana fa: abbiamo nel sottosuolo enormi sorgenti inutilizzate, basta guardare tutta la zona della Toscana fino alla Campania e oltre. Sarebbe importante riuscire a sfruttare queste sorgenti di energia geotermica.
Nell’attesa che l’invito venga accolto, resta il fatto che un tipo di energia del genere è non solo rinnovabile ma anche pulito e sicuro. Un po’ meno lo è l’attività del vulcano stesso, che, come vi avevamo spiegato circa un mese fa, sembra essersi risvegliato… e c’è anche chi ipotizza che lo stesso Marsili, con un’eruzione prevista per il 21 maggio di quest’anno, sarà la causa della fine del mondo. Altro che Maya…
Roberto Zambon