Produrre energia dal magma piuttosto che dalla roccia solida. La notizia arriva dall'Islanda, la prima ad utilizzare il calore attraverso materiale fuso, non solido. La geotermia, come sappiamo, si basa sullo sfruttamento del calore naturale della Terra. Quello prodotto da un vulcano è decisamente più elevato. Perché allora non sfruttarlo per produrre energia pulita?
Produrre energia dal magma piuttosto che dalla roccia solida. La notizia arriva dall’Islanda, la prima ad utilizzare il calore attraverso materiale fuso, non solido. La geotermia, come sappiamo, si basa sullo sfruttamento del calore naturale della Terra. Quello prodotto da un vulcano è decisamente più elevato. Perché allora non sfruttarlo per produrre energia pulita?
È quello su cui si stanno cimentando gli scienziati dell’Iceland Deep Drilling Project (IDDP) che fa capo all’Autorità per l’Energia Nazionale d’Islanda (Orkustofnun) e ad altre quattro società private.
Tutto cominciò qualche anno fa, quando durante la perforazione del pozzo di Krafla per l’IDDP, nel nord-est dell’Islanda, gli ingegneri notarono qualcosa di strano. I sensori segnalarono loro di aver colpito una zona con temperature di 1000° C, producendo enormi sfiati di vapore le cui temperature si aggirano attorno a 450° C. Con stupore, il team si è reso conto di aver rotto una camera magmatica piena 5 km al di sotto della superficie della Terra. Allora, furono in grado di utilizzare quel calore per generare 36 megawatt di potenza.
Si pensò così di sfruttarne ulteriormente le caratteristiche per produrre energia, dando vita al primo sistema energetico geotermico basato sul magma. Il pozzo, noto oggi come IDDP -1, sorge a ridosso della caldera Krafla, profonda circa 2 km. Krafla include uno dei due più famosi crateri Víti (in islandese inferno) con un lago all’interno, l’altro si trova nell’Askja.
Grazie al magma, l’Islanda spera di migliorare la produzione di energia geotermica. Ciò richiede la foratura a profondità superiori a 4.000 metri per sfruttare le temperature di oltre 400° C. Ad una velocità di circa 0,67 metri cubi al secondo potrebbero essere generati circa 45 MW. Così pensato, il progetto potrebbe essere un passo importante verso lo sviluppo delle risorse geotermiche ad alta temperatura. Quello di Krafla potrebbe non essere l’unico foro realizzato in Islanda. Il progetto prevede infatti la creazione di un’altra cavità nella penisola di Reykjanes, nel sud-ovest del paese.
Curiosità. L’Islanda è stato il secondo paese a forare la Terra fino ad arrivare al magma. Il primato tocca alle Hawaii nel 2007.
L’Islanda potrebbe aver trovato un’altra fonte rinnovabile?
Francesca Mancuso
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