Gas, dall’Ue via libera al price cap: cosa prevede l’accordo

Ieri è arrivata la fumata bianca per il controverso accordo sul tetto del gas, sul quale i Paesi dell'Unione europea erano in trattativa da lunghi mesi. Il tetto al prezzo del gas, che rappresenta uno strumento di tutela dalla crisi energetica, potrà scattare a partire da febbraio, ma nel caso in cui vi siano determinate condizioni. Vediamo quali

Finalmente, dopo diversi mesi di negoziazioni, l’Unione europea ha trovato finalmente l’intesa sul discusso tetto al prezzo del gas, meglio noto come “price cap”.

“Siamo riusciti a trovare un accordo importante che protegga i cittadini dall’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia”, ha annunciato ieri Jozef Síkela, ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue.

L’accordo è stato raggiunto a maggioranza qualificata. Pure la Germania, inizialmente titubante, ha dato il suo ok, mentre l’Ungheria ha votato contro e Paesi Bassi ed Austria si sono astenuti.

La misura nasce con l’obiettivo di far fronte alla crisi energetica provocata dallo scoppio della guerra in Ucraina e contrastare il caro bollette che sta pesando terribilmente su famiglie e imprese europee. Alla fine il tetto massimo (che sarà dinamico) del gas naturale importato da Paesi extra Ue è stato fissato a 180 euro al megawattora.

Quando scatta il tetto

Tuttavia, non scatterà nell’immediato, ma dal prossimo 15 febbraio. Il meccanismo di correzione del mercato si attiverà automaticamente in presenza di due precise condizioni: quando il prezzo del Ttf (Title Transfer Facility) mensile supera i 180 euro a megawattora per tre giorni lavorativi e se allo stesso tempo sarà superiore di almeno 35 euro rispetto al prezzo di riferimento del Gnl (Gas naturale liquefatto) sui mercati globali, sempre durante gli stessi tre giorni lavorativi.

Com’era prevedibile, la reazione della Russia è stata molto dura. Il Cremlino considera infatti “inaccettabile” l’accordo dell’Ue sul price cap. A esprimere tutta la contrarietà da parte di Mosca il portavoce Dmitry Peskov che reputa l’accordo una distorsione del mercato e una violazione del processo di determinazione dei prezzi. Come riferito dall’agenzia di stampa russa Interfax, Mosca sta già valutando di reagire adeguatamente.

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Fonte: Jozef Síkela/Reuters

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