Fusione nucleare: il più grande reattore del mondo, ITER, è stato finalmente completato

ITER, il più grande reattore a fusione del mondo, sta affrontando notevoli ritardi e un incremento del budget di oltre 22 miliardi di dollari: il progetto mira a replicare le reazioni stellari per un futuro energetico sostenibile e senza emissioni di carbonio

Il futuro dell’energia sta per essere riscritto con ITER, il più grande reattore a fusione del mondo. Dopo vent’anni di lavoro, i magneti superconduttori che costituiscono il cuore di questo colossale progetto sono finalmente completati. Ma cosa lo rende così speciale?

Questa straordinaria macchina sperimentale punta a replicare le reazioni che alimentano le stelle, promettendo di fornire un’energia pulita e inesauribile. Nonostante i numerosi ostacoli e un budget lievitato oltre i 22 miliardi di dollari, l’ambizioso obiettivo di generare più energia di quella consumata sembra ormai a portata di mano, anche se ci vorranno altri 15 anni prima che possa essere attivato.

L’International Fusion Energy Project (ITER) rappresenta il primo dispositivo di fusione in grado di generare più energia di quella utilizzata per avviare la reazione di fusione. Dopo due decenni, i magneti superconduttori che costituiscono il cuore del reattore sono stati ultimati. Questo progetto sperimentale utilizzerà il confinamento magnetico per replicare le reazioni che alimentano le stelle e il Sole.

Secondo un portavoce di ITER:

La fusione è una promettente opzione a lungo termine per un approvvigionamento energetico globale sostenibile e privo di emissioni di carbonio. ITER è stato concepito come un passo cruciale tra le attuali macchine di ricerca e le future centrali a fusione.

Il reattore sarà composto da 19 enormi bobine avvolte in magneti toroidali, capaci di generare energia magnetica pari a 41 gigajoule, creando un campo magnetico 250.000 volte più forte di quello terrestre.

Pietro Barabaschi, Direttore generale di ITER, ha dichiarato:

Il completamento delle 19 bobine di campo toroidali di ITER è un risultato monumentale. Congratulazioni ai governi membri, alle agenzie nazionali, alle aziende coinvolte e a tutte le persone che hanno dedicato innumerevoli ore a questo straordinario sforzo.

Gli scienziati prevedono che il progetto sarà operativo nel 2039.

Obiettivi e sfide del progetto ITER

Totamak Iter

©ITER

ITER, il più grande reattore nucleare al mondo, contiene un magnete in grado di produrre un campo magnetico 280.000 volte più forte di quello terrestre. L’accordo sul progetto ITER è stato firmato nel 2006 da Stati Uniti, Unione Europea, Russia, Cina, India e Corea del Sud a Parigi, come sottolineato dal portavoce di ITER:

In un certo senso, è come un laboratorio nazionale, basato sulla convergenza dei laboratori di 35 paesi.

La fusione avviene all’interno di una macchina chiamata tokamak, una camera a forma di ciambella, dove i nuclei atomici leggeri si fondono formando atomi più pesanti e liberando una grande quantità di energia. L’obiettivo è produrre più energia di quella necessaria per riscaldare il plasma e mantenere la fusione per un tempo superiore a pochi secondi.

Il progetto ha incontrato diversi ostacoli, tra cui la gestione di un plasma sufficientemente caldo da fondersi. I reattori a fusione richiedono temperature più elevate di quelle del Sole poiché devono operare a pressioni inferiori a quelle stellari. Riprodurre queste condizioni e mantenere le bobine di plasma surriscaldate abbastanza a lungo rappresenta una sfida tecnica e scientifica significativa.

Dagli anni ’50 esistono centrali nucleari che utilizzano la fissione, in cui l’atomo viene diviso liberando energia. Tuttavia, la fissione produce rifiuti radioattivi. La fusione, invece, può generare energia da pochi grammi di idrogeno. Laban Coblentz, responsabile delle comunicazioni di ITER, ha spiegato:

Gli effetti sulla sicurezza non sono paragonabili. Con solo 2 o 3 grammi di materiale, l’inventario di materiale radioattivo è estremamente ridotto.

La fusione nucleare, utilizzando deuterio e trizio, produce elio non radioattivo e neutroni, sfruttando al massimo il materiale senza creare avanzi significativi.

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Fonte: ITER

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