Il candidato al Senato Usa, Randy Hekman, in un'intervista rivela di credere fermamente nella fusione fredda, considerandola come la prospettiva vincente per il futuro. Ma non nutre la stessa convinzione sull'E-Cat di Rossi
L’ipotesi che la campagna presidenziale americana possa avere tra i propri argomenti di dibattito la fusione fredda è più che fondata, anche se differenti possono essere le posizioni in merito all’E-Cat di Andrea Rossi, che sta riscuotendo un certo successo negli Stati Uniti.
Qualche giorno fa, in un’intervista rilasciata al Washington Examiner, il candidato alle presidenziali Mitt Romney ha parlato delle prospettive future legate alla fusione fredda. Una speranza concreta a suo dire, che potrà sostituirsi ai combustibili fossili. Forse.
Ma anche il candidato per il Michigan al senato Randy Hekman ha reso nota la propria linea politica sull’energia. E lo ha fatto senza mezzi termini, parlando della fusione fredda. Intervistato da Ruby Carat, Hekman ha spiegato: “La realtà è semplice, la nostra economia dipende dall’energia derivata dal gas, dal carbone, dal petrolio“. E aggiunge: “Abbiamo bisogno di porre fine alle politiche che sovvenzionano le fonti di energia inefficienti come l’etanolo, ma anche l’eolico e la geotermia. Il miglior programma per l’energia alternativa è quello delle Reazioni Nucleari a Bassa Energia (LENR). Dobbiamo lavorare per sviluppare questo programma energetico”.
A pensarla in questo modo, allora sono in due, visto che anche Romney era di questo avviso. Ma c’è una piccola grande differenza. Mentre il candidato alla presidenza vede di buon occhio l’operato di Rossi e il suo E-Cat, Hekman è piuttosto critico sulla proposta dell’ingegnere della Brianza così come su quella dei greci della Defkalion: “Sono d’accordo sul fatto che sia cresciuta l’attenzione su questo argomento, ma io sono molto scettico riguardo al lavoro del signor Rossi, basato sulla sua eccessiva segretezza e sul suo sfondo abbozzato”.
Va da sé che Hekman e Romney non saranno gli unici candidati ad interessarsi alla fusione fredda, o per meglio dire alle LENR. Anche Carat ha posto la stessa domanda a Hekman, durante l’intervista ma il candidato al senato Usa, scusandosi, si è rifiutato di rispondere alla domanda. E noi? Lo prendiamo per un sì?
Anche l’US Military e la Nasa stanno concentrando i propri sforzi su tale settore, seppure con finalità diverse. Intanto Rossi, dal Journal of Nuclear Physics, continua a rispondere alle domande di curiosi e detrattori e promette per il prossimo anno un grosso sviluppo del suo dispositivo.
Il 2012 sarà l’anno del miracolo energetico?
Francesca Mancuso