Fusione fredda: i concorrenti più temibili dell’E-cat di Rossi e Focardi

Chi sono i potenziali concorrenti di Rossi sul campo della fusione fredda? Ecco i quattro personaggi/enti che starebbero lavorando alle LENR

Fine anno, è tempo di bilanci. Chissà se Andrea Rossi si starà interrogando su quanto ha fatto in questo 2011 con la sua macchina delle meraviglie, l’E-Cat, e chissà se teme che i potenziali “concorrenti” possano rubargli la piazza sul fronte della fusione fredda in un futuro non troppo lontano.

La corsa all’energia pulita realizzata attraverso le cosiddette LENR sta letteralmente infiammando gli animi, in tutto il mondo. Negli Stati Uniti è diventata parte integrante dei dibattiti della campagna presidenziale. E mentre Rossi si cela dietro al solito riserbo, c’è chi invece non teme di rivelare al mondo i “trucchi” delle proprie magie. Ed ecco quali sono le posizioni attuali dei potenziali competitor di Rossi.

I Greci della Defkalion. Nonostante Rossi abbia smentito la possibilità che i greci della Defkalion possano commercializzare entro il 2012 il loro dispositivo per la fusione fredda, l’Hyperion, la società greca, con cui lo stesso Rossi aveva stipulato un accordo poi saltato, con un comunicato la Defkalion aveva invece fatto sapere di essere quasi pronta con un “prodotto finale pronto per l’ingresso nel mercato nel 2012”. E qualche giorno fa, un esperto avrebbe visitato gli stabilimenti della Defkalion, lasciando intendere che i greci avrebbero già tra le mani qualcosa di importante: “I loro prodotti sono rivoluzionari” ha spiegato al giornalista Jed Rothwell. Se non sarà Rossi, saranno i Greci a rivoluzionare il mondo dell’energia?

La Nasa. Anche sul fronte Usa si corre per cercare di comprendere a fondo se le Reazioni Nucleari a Bassa Energia, le Lenr, siano una possibilità ormai concreta. La Nasa, a quanto pare sembra credere al lavoro fatto in quest’ultimo anno sull’E-Cat e a sua volta vuole approfondire le ricerche. In realtà, l’Agenzia spaziale americana ha precisato che tali processi non possono essere classificati come ‘fusioni fredde’, ma solo come ‘reazioni nucleari a bassa energia’. Intanto, il primo step sarà quello di completare i test di base della tecnologia, già entro il 2012 unendo le forze di Glenn Research Center, Langley Research Center e Marshall Space Flight Center, tre importanti centri di ricerca della Nasa. La fusione fredda ci porterà nello spazio?

Fusione fredda elettrolitica. Un’altra proposta, ancora da veridicare, è quella di Renzo Mondaini, uno studioso ravennate che attraverso tre video su YouTube ha spiegato cosa si cela dietro alla sua fusione fredda elettrolitica, ossia ad una reazione nucleare a bassa energia non radioattiva. Per la fusione fredda elettrolitica, secondo Mondaini, serve un vaso di vetro con dentro dell’acqua, con disciolita una sostanza per renderla conduttiva. Al suo interno vengono immersi due elettrodi che andranno alimentati con una tensione continua superiore a 150 volt e regolabile. Partendo da tali ingredienti, lo studioso ha rivelato di essere in grado di produrre energia. Ma davvero funziona?

Francesco Celani. Primo Ricercatore dei Laboratori Nazionali di Frascati dell‘Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, nonché vicepresidente della International Society of Condensed Matter Nuclear Science, qualche tempo fa dalle pagine di Focus ha rivolto un invito a Rossi, ossia un nuovo test aperto agli scienziati per far comprendere loro il funzionamento dell’E-Cat fermo restando, “il pieno rispetto del suo segreto industriale“.

E in un’intervista rilasciata di recente a Radio24, Francesco Celani spiega che l’idea di Rossi e Focardi se reale, potrebbe rivelarsi vincente: “Il punto è che Rossi si autofinanzia, cerca di trarre il maggior vantaggio economico dal lavoro che sta facendo. È giusto, ma è iper-segreto e impedisce ai colleghi scienziati di fare misure indipendenti, in maniera autonoma. Ovviamente finché non ha tutti i brevetti a posto, ha paura che qualcuno capisca i suoi segreti”. Ma poi precisa che non si tratterebbe di un bluff. Certo, la fusione fredda è davvero un miraggio, ma se davvero Rossi è riuscito nell’intento sarebbe utile capire il come: “Alcuni materiali speciali, come il palladio, il nichel e il titanio, se riempiti di deuterio e sottoposti al non equilibrio, stati non stazionari, in condizioni opportune a volte presentano dei risultati non spiegabili con reazioni chimiche note, quindi ascrivibili data la loro densità di energia alla cosiddetta fusione fredda“. In teoria, ma in pratica l’E-Cat è già un grado di farlo?

Francesca Mancuso

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