A tre anni dalla crisi nucleare del Giappone, la prefettura di Fukushima annuncia che diventerà 100% rinnovabile entro il 2040. La regione, che ha una popolazione di circa due milioni di persone, non vuole saperne più niente dell'energia dell'atomo, anche se il governo nazionale si sta impegnando per ripristinare i reattori.
A tre anni dalla crisi nucleare del Giappone, la prefettura di Fukushima annuncia che diventerà 100% rinnovabile entro il 2040. La regione, che ha una popolazione di circa due milioni di persone, non vuole saperne più niente dell’energia dell’atomo, anche se il governo nazionale si sta impegnando per ripristinare i reattori.
È proprio qui che verrà realizzato il più grande parco fotovoltaico di tutto il Giappone. E, sempre qui, in programma c’è anche la costruzione di un enorme parco eolico off-shore da 1 GW. La sua costruzione dovrebbe terminare entro il 2020. La prima fase del progetto sperimentale si è da poco conclusa con l’installazione della prima turbina da 2 MW, allacciata alla rete elettrica lo scorso Novembre.
Non solo grandi parchi. I residenti stessi stanno puntando sulle rinnovabili e sulla generazione distribuita, scegliendo principalmente il fotovoltaico sul tetto e su terreni agricoli, anche per ridare vita all’agricoltura su piccola scala. Come è accaduto con il progetto Solar Sharing, in cui i pannelli solari sono progettati su una struttura a pergolato che lascia filtrare abbastanza luce per far crescere piante al di sotto della copertura. Piante come la colza, in grado di assorbire le radiazioni e contribuire agli sforzi di decontaminazione.
Il disastro nucleare, insomma, ha cambiato il modo di pensare l’energia del Giappone. Non a caso il Paese è diventato nel giro di qualche anno il secondo mercato fotovoltaico del mondo, con l’installazione di ben 3,54 GW di rinnovabili grazie ai generosi incentivi statali.
Si sta facendo molto anche per rinnovare e ammodernare la rete, che attualmente non è in grado di gestire tutti questi progetti. Su questo fronte saranno ben 33 miliardi i dollari che verranno investiti nei prossimi 10 anni, in particolare per stimolare la crescita dell’energia eolica.
Una recente indagine mostra che il 53% dei cittadini giapponesi vuole che il nucleare sia gradualmente eliminato e il 23% lo vuole chiudere subito. Attualmente, Fukushima ottiene già il 22% dell’ energia necessaria per il proprio fabbisogno da fonti pulite. E la quota è destinata a crescere.
Roberta Ragni
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