L’agrivoltaico è una delle strade per produrre energia pulita grazie a impianti che permettono un’agricoltura estensiva senza deturpare il paesaggio. Ragione per cui in molti ritengono che la convivenza tra fotovoltaico, colture e pascolo debba divenire una realtà concreta in tutto il Paese. Ma dove esattamente?
Dove, su tutto il territorio nazionale, sarebbe meglio abbinare in modo sostenibile il fotovoltaico alla produzione agricola? Quali sono, in sostanza, le aree potenzialmente sfruttabili dall’agrivoltaico?
A questa domanda tenta di rispondere ENEA, che ha appena realizzato una vera e propria mappa del potenziale agrivoltaico nazionale su scala regionale. Lo scopo? Minimizzare l’uso del suolo e ottimizzare la produzione energetica e agricola.
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La sua realizzazione nasce nell’ambito della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA e dell’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS), presieduta da ENEA, che supporta lo sviluppo dell’agrivoltaico attraverso progetti, tecnologie innovative, protocolli di certificazione e percorsi di formazione.
Il potenziale dell’agrivoltaico nel contesto nazionale è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili – spiega Grazia Fattoruso del Laboratorio ENEA di Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche del Centro ricerche di Portici. La metodologia messa a punto nel nostro laboratorio di Geomatica considera sia i diversi fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di una determinata area, come quelli geofisici, tecnici ed ambientali, sia i fattori che possono condizionare la resa agricola, come le classi di uso suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico.
I criteri utilizzati per l’elaborazione della mappa del potenziale agrivoltaico sono stati selezionati sulla base dei risultati delle interviste effettuate a un team di esperti, scienziati, ricercatori e a soggetti portatori di diversi interessi come progettisti, sviluppatori e decisori in ambito energetico e agricolo.
Dalla mappa sono stati poi elaborati degli indicatori del potenziale agrivoltaico a livello regionale e nazionale. Inoltre, è in fase di sviluppo l’elaborazione e integrazione di indicatori relativi a caratteristiche qualitative e quantitative del paesaggio per un connubio armonioso tra i sistemi agrivoltaici e i paesaggi in cui saranno inseriti.
Tra gli strumenti messi in campo per il raggiungimento degli obiettivi è stata prevista anche l’istituzione di tavoli di lavoro permanenti, per supportare gli organi preposti all’implementazione dell’agrivoltaico su tematiche come:
- la certificazione agrivoltaico sostenibile
- normativa e attuazione; formazione
- tecnologie dell’energia e dell’agricoltura
- settore internazionale
- paesaggio
È fondamentale sottolineare come la formazione sia cruciale per l’intero sistema agricolo, che negli ultimi anni è investito da cambiamenti che necessitano di innovazione – dice Alessandra Scognamiglio, ricercatrice ENEA del Laboratorio Dispositivi innovativi presso il Centro ricerche di Portici e presidente di AIAS. In questo contesto – aggiunge – l’agrivoltaico sostenibile si pone come un ‘aggregatore’ in grado di mettere a sistema le innovazioni partendo dalle esigenze espresse dagli operatori coinvolti. L’ambizione è quella di compiere una sintesi di conoscenze che possa tradursi in percorsi formativi specifici a supporto dell’implementazione di sistemi agrivoltaici sostenibili dove la bellezza del paesaggio si coniuga con la generazione di energia e di cibo.
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Fonte: ENEA
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