Fotovoltaico: nanoconi 3D per pannelli solari più efficienti dell’80%

Di fotovoltaico 3D vi avevamo già parlato qualche mese fa a proposito delle ricerche condotte da aziende e istituti statunitensi come il Mit e il GTRI. Si tratta di studi volti alla realizzazione di celle solari dotate di una superficie texturizzata, che si sviluppa, oltre che nelle tradizionali dimensioni di larghezza e lunghezza, anche in altezza, secondo scale di misura nanometriche. Ed è proprio su questo filone sperimentale che si colloca l'obiettivo raggiunto dal team di ricercatori dell'Oak Ridge National Laboratory guidato daJan Xu, uno dei membro dell'ORNL's Chemical Sciences Division: la messa a punto di una cella solare in grado di convertire fino all'80% di energia fotovoltaica!

Di fotovoltaico 3D vi avevamo già parlato qualche mese fa a proposito delle ricerche condotte da aziende e istituti statunitensi come il Mit e il GTRI. Si tratta di studi volti alla realizzazione di celle solari dotate di una superficie texturizzata, che si sviluppa, oltre che nelle tradizionali dimensioni di larghezza e lunghezza, anche in altezza, secondo scale di misura nanometriche. Ed è proprio su questo filone sperimentale che si colloca l’obiettivo raggiunto dal team di ricercatori dell’Oak Ridge National Laboratory guidato daJan Xu, uno dei membro dell’ORNL’s Chemical Sciences Division: la messa a punto di una cella solare in grado di convertire fino all’80% di energia fotovoltaica!

Come? A spiegarcelo è lo stesso Jan Xu: il concetto importate alla base di questa nuova cella è l’elevato campo elettrico creato in prossimità delle giunzioni grazie alla texture di nano-coni in superficie, che aumenta l’efficienza di conversione rispetto a una tradizionale cella “piatta” realizzata con gli stessi materiali.

In pratica, la struttura creata da Xu & Co. è suddivisa secondo un framework di giunzione costituito da nanoconi in ossido di zinco di tipo-n (quello che conduce le cariche elettriche) immersi in unamatrice in tellururo di cadmio di tipo-p (quello che innesta la generazione di corrente in seguito all’assorbimento dei fotoni). Una simile combinazione, se nella “classica” configurazione 2D garantisce un fattore di conversione luce/elettricità dell’1,8%, in questa nuova modalità 3D sembra permettere percentuali intorno al 3,2%.

Non male, se si pensa ai pannelli solari in commercio. Sarà anche conveniente in termini economici? Per ora, l’unica cosa certa è che il campo elettrico della cella dell’ORNL, garantendo un più facile e veloce trasporto di elettroni, renderebbe la resa dei moduli fotovoltaici ottima anche con “materiali difettosi”, e questo non farebbe che abbassare i costi di produzione. In attesa di sapere come andrà a finire, la nuova cella solare si è già guadagnata un paio di articoli nella IEEE Proceedings, la rivista dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers. Un incoraggiamento, questo, riservato solo ai migliori.

Roberto Zambon

 

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram