Fotovoltaico: le celle solari si stamperanno con la tecnologia inkjet?

Uno solo ci riuscirà, ma a provarci sono ancora in tanti. Tra chi sta tentando di stampare celle solari su supporti flessibili, leggeri e applicabili ovunque c'è ora anche un team di ricercatori della Oregon State University. Guidato dal professore di ingegneria biologica e ambientale Chih-hung Chang, il team è impegnato nello studio della tecnologiainkjet: quest'ultima potrebbe tornare infatti molto utile per la produzione di celle solari sottilissime, da stampare come si stampa l'inchiostro su un comune foglio di carta.

Uno solo ci riuscirà, ma a provarci sono ancora in tanti. Tra chi sta tentando di stampare celle solari su supporti flessibili, leggeri e applicabili ovunque c’è ora anche un team di ricercatori della Oregon State University. Guidato dal professore di ingegneria biologica e ambientale Chih-hung Chang, il team è impegnato nello studio della tecnologiainkjet: quest’ultima potrebbe tornare infatti molto utile per la produzione di celle solari sottilissime, da stampare come si stampa l’inchiostro su un comune foglio di carta.

È una strada molto promettente e può essere un’importante tecnologia da aggiungere al campo dell’energia solare – ha dichiarato Chih-hung Chang fino ad ora nessuno è stato in grado di creare dispositivi solari CIGS impiegando la tecnologia a getto di inchiostro. Con la sigla CIGS il professore intende il mix di composti alla base delle tradizionali celle solari, ovvero rame (Copper), indio (Indium), gallio (Gallium) e selenio (Selenium). In effetti è così: celle solari ultrasottili (addirittura spray!) già esistono, ma nessuno è ancora riuscito a produrle con la tecnologia inkjet. Il problema sarà comunque rendere il processo abbastanza vantaggioso da consentirne una vendita commerciale.

Le basi ci sono. Il progetto, come spiegato in dettaglio da Physorg.org presenta infatti vantaggi notevoli: oltre alle dimensioni ridotte, c’è da considerare il notevole risparmio di materiale che si otterrebbe da una fabbricazione di questo tipo a livello industriale. Insomma, il contrario di quanto avviene oggi con i processi cosiddetti “di deposizione”. Gli esperimenti condotti, tuttavia, sono ancora lontani da qualsiasi ipotesi di business. La percentuale di conversione energetica rimane bassa (intorno al 5%) e l’obiettivo minimo sembra piuttosto distante (12 %). In ogni caso, le scoperte scientifiche in ambito di nanotecnologie potrebbero tornare molto utili, e forse non manca poi molto per avviare la stampante di casa e produrre un piccolo pannello solare… ovviamente in formato A4.

Roberto Zambon

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