Nella prima metà del 2024, l'Australia ha imposto una tassa sugli impianti fotovoltaici per gestire il surplus energetico e prevenire la congestione della rete. Questa misura, sebbene impopolare, è stata adottata per affrontare problemi simili a quelli di altri Paesi europei.
La prima metà del 2024 è stata segnata da un avvenimento paradossale per le fonti rinnovabili in Australia: ai proprietari di impianti fotovoltaici è stata imposta una tassa per immettere energia nella rete nazionale.
Questo provvedimento appare davvero illogico a coloro che hanno deciso di investire nelle fonti rinnovabili per avere energia pulita e, al tempo stesso, non sostenere i costi della rete. Il governo australiano ha stabilito questa misura per sostenere spese impreviste che, in realtà, interessano già Paesi come Germania, Olanda, Danimarca, Spagna e Portogallo e che potrebbero interessare anche l’Italia.
L’energia prodotta da fonti rinnovabili ha il pregio di avere un costo di produzione molto basso e di non derivare da combustibili fossili. Tuttavia, la gestione della produzione, non essendo costante, può a volte creare dei problemi. Infatti, in alcune stagioni, fasce orarie e a determinate condizioni meteorologiche, la produzione sarà scarsa, mentre in altre l’energia prodotta sarà in eccesso e difficile da ripartire. In Australia, ci si è trovati di fronte a un surplus di energia da gestire, che ha portato i prezzi dell’energia addirittura a livelli negativi. Le infrastrutture sono spesso incapaci di gestire la troppa energia prodotta, e il governo australiano ha introdotto la tassa per evitare il sovraccarico della rete e la conseguente congestione. Le inefficienze della rete stanno causando questo problema anche in Europa.
Ci troviamo, quindi, di fronte a una situazione paradossale: molti Paesi hanno stanziato incentivi per installare pannelli fotovoltaici e, a causa della grande adesione, ora non sanno come gestire l’energia prodotta, finendo per tassarla, come nel caso australiano.
Potrebbe accadere anche in Italia? Attualmente, in Italia, non è possibile avere prezzi negativi per l’energia, poiché non sono previsti dalla normativa nazionale del mercato. Tuttavia, con la condivisione delle regole di bilanciamento energetico europeo, il nostro Paese potrebbe presto trovarsi in una situazione simile a quella australiana e potrebbe introdurre una tassa sugli impianti fotovoltaici.
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