Fotovoltaico, gli scienziati trovano il modo per far auto-riparare e durare più a lungo le celle in perovskite

Un gruppo di ricerca delle università di Monash, Oxford e City University, hanno pubblicato un articolo in cui riportano la "cura" per rendere le celle fotovoltaiche in perovskite più longeve e produttive. Questa scoperta potrebbe garantirne la diffusione su larga scala

Ricercatori e ricercatrici provenienti dall’australiana Monash University, dall’inglese Università di Oxford e dalla cinese City University di Hong Kong hanno fatto una grande scoperta per rendere le celle solari in perovskite ancora affidabili ed produttive.

I pannelli in perovskite sono celle di ultima generazione che stanno dimostrando di essere molto efficienti, soprattutto se utilizzate in tandem, con il valore aggiunto del mancato utilizzo di silicio, come in quelle tradizionali.

Trattandosi di moduli basati su una tecnologia nuova, ci sono ancora alcune criticità da mettere a punto. Umidità e calore, ad esempio, mettono a repentaglio la vivibilità delle celle, impedendo la loro diffusione su larga scala.

Il gruppo di ricerca ha pubblicato un nuovo articolo su Nature, “Water and heat activated dynamic passivation for perovskite photovoltaics” nel quale rivelano una strategia innovativa per migliorare la stabilità e le prestazioni delle celle attraverso un meccanismo descritto come “autoriparante”.

Il sistema consiste nel rilascio graduale di sostanze all’interno delle celle solari. L’agente innovativo sviluppato dai ricercatori cura dinamicamente lo strato di perovskite quando è a rischio di stress causato da agenti atmosferici come umidità e calore, garantendo prestazioni del dispositivo sostenute e longevità.

Le celle solari a perovskite, leggere ed economiche, sono considerate molto importanti per lo sviluppo dell’energia solare pulita e rinnovabile. Renderle più durevoli e capire come produrle su larga scala è ora un obiettivo della ricerca globale. Questa scoperta potrebbe contribuire a garantire loro un ruolo di primo piano nel futuro della produzione energetica e della transizione ecologica.

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Fonte: Nature

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