Certo, il 5° terremoto più devastante della storia fa la differenza, ma è altrettando vero che nessuno vieta di imparare dagli altri, e comunque l'immininete annuncio del Primo Ministro Naoto Kan sembra andare oltre ogni aspettativa di cambiamento: “entro il 2030 ogni abitazione e costruzione del Giappone sarà dotata di pannelli fotovoltaici”.
C’è chi, come l’Italia e la Turchia, ha un programma energetico fatto di centrali nucleari e chi invece, come il Giappone, , puntando piuttosto sulle energie rinnovabili, solare in primis. Certo, il 5° terremoto più devastante della storia fa la differenza, ma è altrettando vero che nessuno vieta di imparare dagli altri, e comunque l’immininete annuncio del Primo Ministro Naoto Kan sembra andare oltre ogni aspettativa di cambiamento: “entro il 2030 ogni abitazione e costruzione del Giappone sarà dotata di pannelli fotovoltaici”.
Un bell’obiettivo, considerando la popolazione tutt’altro che esigua (quasi 130.000.000 di individui!) ma soprattutto la disastrosa situazione in cui versa ancora oggi il paese a causa del sisma e dei danni ambientali dovuti alle centrali di Fukushima, Tsuruga e Onagawa. Si tratta per il momento di un’indiscrezione: l’annuncio ufficiale dovrebbe darlo lo stesso Naoto Kan domani, in occasione del secondo e ultimo giorno di meeting del G8 France Summit 2011 inaugurato oggi dal presidente francese Sarkozy. Ad ogni modo, se l’annuncio – come anticipato dal quotidiano nipponico Nikkei – ci sarà davvero, le conseguenze sul paese e sull’intero pianeta non potranno che essere positive.
Come ci insegnano i vari report sui green jobs effettuati dalle associazioni ambientaliste, la costruzione e installazione di un gran numero di pannelli costituisce per l’economia un ottimo volano in quanto a occupazione e reddito generato. Inoltre, l’annuncio del Giappone andrebbe a rafforzare quel fronte di paesi, come Germania o Gran Bretagna, che si sono distinti finora nella lotta al cambiamento climatico, vedi la recente sfida lanciata da David Cameron (dimezzare le emissioni di gas a effetto serra entro il2025).
Tutto questo però sarà possibile se e solo, oltre alle buone intenzioni, ci sarà uno sviluppo parallelo di tecnologie, così da abbassare i costi e aumentare le prestazioni delle celle fotovoltaiche, ad oggi ancora troppo basse. Rimane il fatto che, con l’annuncio di domani, il Giappone avrà già fatto in questo senso il 50% del suo dovere, perché, come recita il proverbio: chi ben inizia…
Roberto Zambon