Fotovoltaico: a Gaza l’ospedale è alimentato al 100% dal sole

Il Jenin Charitable Hospital, a Gaza, è totalmente operativo grazie ad un impianto fotovoltaico progettato e realizzato dall’ONG Sunshine4Palestine (S4P). L’installazione verrà presentata ad un seminario delle Nazioni Unite sull’assistenza al popolo palestinese, che si terrà il 23 e il 24 Febbraio a Il Cairo

A Gaza il sole alimenta un ospedale. A Gaza, dove la vita è tutt’altro che facile, dove la guerra la fa da padrona, un impianto fotovoltaico montato sul Jenin Charitable Hospital ti dimostra che tutto è possibile. Tutto.

Qui, in Palestina, pannelli fotovoltaici progettati e realizzati dall’ONG Sunshine4Palestine (S4P) alimentano l’ospedale da circa tre mesi e ciò consente al nosocomio di essere autonomo per l’approvvigionamento energetico per 17 ore al giorno, dalle 7.00 alle 24.00 ininterrottamente, con la produzione di 76 Mwtt per anno. Un’autonomia che permette alla stessa struttura ospedaliera di affrontare la carenza e l’interruzione di energia elettrica che affliggono costantemente il territorio della Striscia di Gaza.

In più, l’impianto ha la capacità di servire un bacino di 200mila persone, quelle del quartiere di Shijajia, uno dei più poveri e martoriati dagli attacchi dei mesi di luglio e agosto del 2014.

L’installazione verrà presentata a un seminario delle Nazioni Unite sull’assistenza al popolo palestinese, che si terrà il 23 e il 24 Febbraio a Il Cairo, in Egitto.

“La carenza dell’energia è una vera piaga della Striscia di Gaza e per questo motivo abbiamo deciso di intervenire. Abbiamo cominciato a lavorare al progetto nel 2011 insieme all’ingegnere palestinese Haitham Ghanem, che è membro dell’associazione”, spiega il presidente di S4P, Barbara Capone, giovane ricercatrice fisica italiana all’Università di Vienna.

L’impianto è stato così ideato in tre moduli, installabili autonomamente l’uno dall’altro, e nel gennaio 2014, grazie a numerose donazioni, alla raccolta fondi attraverso eventi culturali e ad un finanziamento della Fondazione Vik Utopia Onlus, è stato installato il primo modulo. Ciò ha permesso il funzionamento di uno dei piani dell’ospedale per 17 ore al giorno, rispetto alle 4 ore precedenti, rendendo operativo l’ospedale anche sotto i recenti bombardamenti.

“Nel novembre del 2014 abbiamo completato l’installazione grazie ad un concerto realizzato in collaborazione con Stefano Bollani al Teatro Argentina di Roma. Con i proventi del sold out abbiamo provveduto alla fornitura delle batterie che hanno permesso l’accensione dei rimanenti tre dei quattro inverters che costituiscono il modulo, portando l’impianto da 4 a 16kWp. Inoltre, abbiamo comprato 12 pacchi batteria ed abbiamo realizzato la nuova rete elettrica del secondo piano. L’ospedale ha così completa autonomia e tutte le sue cliniche (dipartimenti di otologia, dermatologia, medicina interna, psichiatria, chirurgia vascolare, chirurgia urologica, pediatria, ortopedia, pronto soccorso, vari laboratori di analisi ed una farmacia) sono operative ed indipendenti da ogni approvvigionamento energetico”.

Il numero di accessi all’ospedale nel mese di dicembre 2014, primo periodo nel quale il sistema fotovoltaico è stato totalmente installato, è aumentato del 63% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, quando ancora non era stato installato, mentre in un anno l’impianto ha permesso un aumento del 170% del numero di pazienti trattati dal nosocomio.

salaoperatoria gaza

NON SOLO ENERGIA – Durante il seminario, verrà realizzato un laboratorio polifunzionale in collaborazione con i tecnici di Liter of Light per spiegare alla popolazione locale come costruire lampade solari a led con materiali riciclati (per esempio, con le bottiglie di plastica) e messe in campo una serie di proposte per trovare delle soluzioni adeguate al problema della carenza di risorse idriche nella striscia di Gaza.

L’ONG Sunshine4Palestine propone, infatti, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie (membrane a grafene, la cosiddetta blue energy, un metodo per estrarre corrente dallo scambio ionico tra acqua dolce ed acqua salata e la riqualificazione di centrali di desalinizzazione esistenti e la loro conversione in centrali completamente fotovoltaiche.

Secondo i tecnici, ognuno di questi centri di desalinizzazione potrà soddisfare i bisogni di una popolazione di 5mila/6mila persone. Al tempo stesso, vengono proposte altre alternative per l’estrazione di acqua dall’umidità dell’aria attraverso sali igroscopici per rendere autonomi ed off-grid edifici come scuole, palazzi, e infine dei piccoli condensatori che possano essere costruiti con materiale di riciclo dalla popolazione, per provvedere alle necessita idriche minimali di un nucleo familiare.

“Con i nostri progetti vogliamo piantare i semi per un futuro creativo, che promuove l’uso delle risorse pulite di energia, provvedendo a un concreto supporto per le aree umane in difficoltà anche da un punto di vista energetico, come lo è la Striscia di Gaza”, conclude Barbara Capone.

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