Un team internazionale di scienziati ha sviluppato un dispositivo ibrido che combina la produzione di elettricità da fotovoltaico con l'immagazzinamento dell'energia solare termica. Questo sistema unico utilizza molecole speciali per immagazzinare l'energia e raffreddare la cella solare, migliorandone l'efficienza.
Due in uno: gli scienziati sviluppano un dispositivo in grado di produrre energia elettrica da fotovoltaico e, al tempo stesso, di generare energia solare termica.
Un gruppo di ricerca internazionale ha trovato il modo di sfruttare l’energia del sole sia per produrre elettricità sia per riscaldare l’acqua sanitaria nelle abitazioni.
In questo processo di transizione energetica ci si sta concentrando molto sul fotovoltaico per trovare soluzioni adatte a una società destinata a diventare, con l’abbandono delle fonti fossili, sempre più energivora. Tuttavia, anche riscaldare l’acqua sanitaria richiede un elevato apporto di energia, quindi trovare soluzioni semplici ed efficienti è una sfida importante, da non sottovalutare. Pannelli e scaldabagni solari termici sono già ampiamente disponibili in commercio, ma quello proposto da questo team di scienziati provenienti da Inghilterra, Svezia e Spagna ha il vantaggio di unire diverse tecnologie in un’unica soluzione: un dispositivo che combina la produzione di elettricità generata dal sole con l’immagazzinamento dell’energia solare.
Lo studio è stato pubblicato anche sulla rivista scientifica Joule in un articolo intitolato “Hybrid solar energy device for simultaneous electric power generation and molecular solar thermal energy storage”. La ricerca ha coinvolto scienziati dell’Università di Cambridge (Inghilterra), della Chalmers University of Technology di Göteborg (Svezia) e dell’Istituto di Scienza dei Materiali di Barcellona (Spagna). Secondo gli studiosi, il sistema che hanno sviluppato è unico nel suo genere: è il primo dispositivo al mondo a combinare una cella solare al silicio con un sistema di accumulo molecolare.
Chiamato MOST (Molecular Solar Thermal), il dispositivo ibrido contiene molecole che, sotto l’effetto di fotoni ad alta energia, innescano una reazione chimica che consente di immagazzinare l’energia solare per un uso successivo. Allo stesso tempo, agisce come filtro ottico e sistema di raffreddamento, mantenendo fresca la cella fotovoltaica, aumentando così l’efficienza energetica della parte fotovoltaica.
I test di laboratorio, condotti in condizioni di luce solare standard, hanno mostrato un’efficienza di accumulo energetico record del 2,3%. I ricercatori hanno anche osservato un calo medio della temperatura superficiale della cella solare di circa 8°C. L’efficienza di conversione dell’energia solare in elettricità è stata del 14,9%. Secondo gli studiosi, questa scoperta rappresenta
passo significativo verso una tecnologia di stoccaggio dell’energia a lungo termine che integri i sistemi fotovoltaici.
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Fonte: Joule
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