L'inconveniente principale, tuttavia, è fare sì che la finestra continui ad adempiere al suo compito, e cioè lasciare passare la luce del sole. Per realizzare questo paradosso apparentemente irrisolvibile (assorbire la luce e al tempo stesso lasciar passare la luce) gli approcci scelti dai vari gruppi di ricerca sono due, uno “esterno” e un altro “interno”. Il primo consiste nell'applicare sul vetro della finestra una sostanza fotovoltaica microscopica, o meglio “nanoscopica”.
I pannelli fotovoltaici, si sa, vanno installati sopra i tetti, o perlomeno su superfici pianeggianti. Questo comporta però diversi inconvenienti, tra i quali, ad esempio, il consumo di territorio e l’impatto negativo sul paesaggio – problema, quest’ultimo, piuttosto sentito soprattutto in Europa e in particolar modo in Italia. Di alternative, come abbiamo visto nei nostri articoli, ce ne sono diverse. Una delle più interessanti è senz’altro quella di installare una pellicola fotovoltaica sulle finestre di casa: chi rinuncerebbe ad avere una o più finestre che producono energia elettrica?
L’inconveniente principale, tuttavia, è fare sì che la finestra continui ad adempiere al suo compito, e cioè lasciare passare la luce del sole. Per realizzare questo paradosso apparentemente irrisolvibile (assorbire la luce e al tempo stesso lasciar passare la luce) gli approcci scelti dai vari gruppi di ricerca sono due, uno “esterno” e un altro “interno”. Il primo consiste nell’applicare sul vetro della finestra una sostanza fotovoltaica microscopica, o meglio “nanoscopica”.
È il caso delle Sphelar Cells firmate Kyosemi Corporation, celle sferiche dal minuscolo diametro (1,5 millimetri) applicabili su qualsiasi superficie di vetro, anche se curva. O anche del film sottile sviluppato dalla società EnSol in collaborazione con il dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Leicester, una pellicola a base di nanoparticelle sospese in un composto trasparente in grado di filtrare le radiazioni solari trattenendone solo una minima percentuale (quella che servirà a produrreenergia elettrica).
L’esperimento è ancora fermo a quadrati di 4 centimetri di lato, ma alla EnSol promettono di rendere la tecnologia commercializzabile entro il 2016…
Esiste poi un secondo approccio, quello che abbiamo definito “interno”. In questo caso la membrana/pellicola/sostanza viene inettata o installata direttamente all’interno del vetro, creando così una specie di wafer a strati. È il modus operandi della SolarWindow firmata New Energy Technology Inc. Grazie alla nanotecnologia, infatti, i ricercatori della società americana sono riusciti a creare celle fotovoltaiche grandi meno della metà della metà di un chicco di riso!
Queste, inserite in un tessuto di film sottile, si attivano se vengono colpite da luce naturale ma anche artificiale. Inoltre il film sottile, applicato all’interno della finestra, è spesso dieci volte meno dei modelli simili disponibili sul mercato, e viene realizzato a temperature molto inferiori rispetto agli standard attuali. Il tutto, ovviamente, mantenendo invariata la trasparenza della finestra.
Pare insomma che questo filone di ricerca stia dando ottimi frutti, e che i primi risultati li potremo vedere coi nostri occhi già dai prossimi anni. E dalla finestra di casa ai muri esterni del palazzo…
Roberto Zambon