Come i fondi di caffè, un tempo considerati scarti, stanno rivoluzionando il mondo dei biocombustibili, trasformandosi in pellet economici ed ecologici per le stufe
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I fondi di caffè, lo sappiamo, sono una risorsa preziosissima ed è possibile riutilizzarli in tantissimi modi, sia in casa che in giardino. Ma se venissero usati per riscaldarsi? Si sta diffondendo sempre di più la produzione di pellet proprio dagli scarti della bevanda più amata del mondo, ma come funziona? Questa biomassa alternativa può essere utilizzata anche nelle classiche stufe a pellet? E’ possibile anche autoprodurlo?
Nel 2022, molte famiglie hanno accolto in casa le stufe a pellet, attratte dal loro costo contenuto e dal loro impatto ambientale minore. Ma poi è arrivato il 2023, con un’inaspettata impennata dei prezzi del pellet, dovuta a complesse dinamiche economiche e geopolitiche. Questa situazione ha stimolato i produttori a cercare nuove soluzioni, e qui entrano in gioco i fondi di caffè, un “rifiuto” che sta trovando nuova vita come materiale per la produzione di pellet.
Una risorsa preziosa
In Italia, il consumo medio annuo di caffè per persona è di circa 5,8 kg, che si traduce in quasi 754 tazzine di caffè all’anno. Questa abbondanza rende i fondi di caffè una risorsa preziosa e abbondante, finora poco valorizzata. I residui della percolazione del caffè, sono ben noti ai giardinieri: servono come ottimo fertilizzante o repellente in giardino e nell’orto. Ma non molti sanno che ha molte altre qualità, come un alto potere calorifico. Una volta trasformati in pellet, infatti, i fondi di caffè diventano quindiun biocarburante dall’alto potere calorifico: superiore a 5.000 W/tonnellata. Per fare un confronto, il potere calorifico del legno tenero standard è stimato a 4.500 W/tonnellata. Da qui l’idea di utilizzarli per produrre biomassa. Un altro vantaggio dei granuli ricavati dai fondi di caffè: la combustione che libera pochissima anidride carbonica.
Come si produce pellet dai fondi di caffè
Per produrre pellet dai fondi di caffè, le aziende raccolgono la materia prima da privati e aziende (gruppi di ristorazione collettiva, marchi che distribuiscono caffè o torrefazioni) . I fondi di caffè vengono poi conservati in celle di stoccaggio per il tempo di essiccazione, quindi mescolati con residui di legno. Per produrre pellet dai fondi di caffè, il primo passo è l’essiccazione. Successivamente, i fondi essiccati vengono trasformati in polvere e mescolati con residui di legno, riducendo così l’uso della segatura e contribuendo alla conservazione delle risorse naturali. I pellet risultanti hanno un potere calorifico elevato, superiore a quello del legno di conifere, rendendoli un biocombustibile efficiente, ma con il vantaggio di essere più economici e di ridurre i rifiuti e in piena filosofia di economia circolare.
È possibile bruciare i granuli di fondi di caffè in tutte le stufe a pellet?
Ma è possibile utilizzare il pellet di fondi di caffè in tutte le stufe a pellet? Se l’alternativa è infatti più comunemente utilizzata dai produttori, lo è molto meno dai privati. Per un motivo semplice: la loro combustione avviene solo in caldaie o stufe ibride che permettono di bruciare tipologie di pellet diverse da quelle di legna. Alcune stufe domestiche, infattim, non sono compatibili e richiedono l’adattamento di alcune impostazioni. Infatti, alcuni produttori di stufe bloccano alcuni parametri in modo che i loro apparecchi possano funzionare solo con la legna
Se disponi di una caldaia o di una stufa compatibile, quindi, potrai beneficiare dei numerosi vantaggi del pellet ricavato dai fondi di caffè , soluzione di riscaldamento particolarmente efficiente ed economica.
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Fonte: Ecovalim.fr
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