Oltre 650 studiosi e ricercatori hanno firmato una lettera indirizzata ai leader del Pianeta chiedendo di porre fine alle biomasse forestali ad uso energetico. Non si può considerare una fonte di energia rinnovabile una misura che distrugge gli ecosistemi e la biodiversità
Basta biomasse forestali, per la natura, per la biodiversità e per l’intero Pianeta. Questo il disperato appello lanciato da oltre 650 scienziati in una lettera indirizzata ai leader mondiali. Si rivolgono al Presidente Xi, Presidente Biden, Primo Ministro Trudeau, Primo Ministro Rishi Sunak, Presidente von der Leyen, Presidente Yoon Suk-yeol e infine al Primo Ministro Fumio Kishida affinché i sussidi previsti dai governi vengano reindirizzati verso fonti di energia davvero rinnovabili.
Scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione circa una minaccia emergente e crescente alla biodiversità: l’uso su larga scala della bioenergia forestale per generare elettricità e calore. Chiediamo a voi e ai vostri Paesi di porre fine a tutta la dipendenza dalla bioenergia forestale e, nel tempo, di sostituirla interamente con fonti energetiche rinnovabili alternative come l’eolico e il solare”
Inizia così la lettera, una richiesta concreta che non è più rimandabile a data da definirsi e che riguarda una forma di energia tutt’altro che sostenibile. In precedenza le biomasse prevedevano l’utilizzo degli scarti dell’agricoltura ed erano state considerate una valida soluzione per produrre energia a basso costo e con un impatto sull’ambiente altrettanto ridotto.
Elementi che, però, nella realtà odierna hanno perso totalmente questo carattere. Da quando si è optato per le biomasse forestali ossia con il legno di alberi tagliati appositamente per la produzione di energia, la distruzione delle foreste non si è più fermata.
Questo perché gli “impianti a biomassa forestale hanno la necessità di essere alimentati con continui flussi di legno, il che implica che l’attività di disboscamento sia ininterrotta” ribadisce il Fondo forestale italiano. Ecco come le biomasse forestali si sono trasformare in pura devastazione.
In modo preoccupante, poiché è stato erroneamente considerato “carbon neutral”, molti Paesi fanno sempre più affidamento sulla biomassa forestale per raggiungere gli obiettivi net zero. Questo sta danneggiando le foreste del nostro mondo quando ne abbiamo più bisogno. Molti dei pellet di legno bruciati nelle centrali elettriche per la bioenergia provengono da alberi interi, non da rifiuti e residui del disboscamento, come sostiene l’industria. Ad esempio, quasi la metà di tutta la biomassa bruciata nella centrale elettrica di Drax nel Regno Unito proviene da alberi interi, scrivono i ricercatori.
Oltre a essere i polmoni verdi della Terra e serbatoi di carbonio, le foreste rappresentano uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità al mondo. Sono la casa di tantissime specie viventi, la maggior parte di queste a rischio estinzione. Gli esperti stimano che entro il 2100 un milione di specie potrebbero scomparire per sempre dal Pianeta per via della frammentazione e della perdita di habitat.
Ogni ettaro di foresta destinato alla produzione di energia è dunque un ettaro di biodiversità perso. Alberi tagliati, interi ecosistemi distrutti. Nemmeno le foreste più antiche possono dirsi al sicuro. In Canada, ad esempio, anche le foreste primarie vengono denudate per il loro legno.
Sfortunatamente, si prevede che questi impatti devastanti aumenteranno solo poiché molti Paesi pianificano di ampliare l’uso di bioenergia aggiungendo la cattura e lo stoccaggio del carbonio o “BECCS” per raggiungere gli obiettivi net zero. […]
Se la comunità globale si impegna a proteggere il 30% della terra e dei mari per la natura entro il 2030, deve anche impegnarsi a porre fine alla dipendenza dall’energia da biomassa. La cosa migliore per il clima e la biodiversità è lasciare in piedi le foreste, e l’energia da biomassa fa il contrario, concludono gli esperti.
Tagliamo le emissioni globali e non gli alberi, che serva da monito.
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Fonte: cutcarbonnotforest
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