L’Europa alza l’asticella: taglio delle emissioni del 60% entro il 2030. E neutralità climatica entro il 2050

Il taglio delle emissioni in Europa dovrà raggiungere il 60% entro il 2030. Si dovrà conquistare la neutralità climatica entro il 2050

Il taglio delle emissioni in Europa dovrà raggiungere il 60% entro il 2030 e il vecchio continente dovrà conquistare la neutralità climatica entro il 2050. A sancirlo è stato il Parlamento europeo che oggi ha adottato il suo mandato negoziale sulla legge europea sul clima.

Con 392 voti favorevoli, 161 contrari e 142 astensioni, la nuova legge punta soprattutto a rendere concrete le promesse politiche in un obbligo vincolante: l’UE dunque dovrà raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo. Il Parlamento infatti ha chiesto che tutti i Paesi UE diventino climaticamente neutri entro il 2050 e vuole obiettivi ambiziosi per il 2030 e il 2040, in una votazione sulla Legge UE sul clima.

A seguito della decisione del Consiglio europeo nel 2019 di approvare l’obiettivo della neutralità climatica per il 2050, a marzo 2020 la Commissione europea ha presentato una proposta di normativa sul clima che prevede l’obbligo giuridico per l’UE di diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Proposta formalizzata dal Parlamento che ha ulteriormente innalzato il target proposto dalla Commissione.

L’attuale obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030 infatti è del 40% rispetto al 1990. Nella sua proposta di legge, la Commissione europea aveva indicato un aumento di questo obiettivo ad “almeno il 55%”, rispetto ai livelli registrati nel 1990. Ma oggi i deputati hanno alzato ulteriormente la posta, chiedendo una riduzione delle emissioni del 60% nel 2030.

Ma non solo. I deputati chiedono che la Commissione proponga un obiettivo intermedio per il 2040 per garantire che l’UE sia sulla buona strada per centrare il target del 2050.

Neutralità climatica ed emissioni negative nel 2050

Secondo i deputati europei, sia l’UE che i singoli Stati membri devono diventare neutri sotto il profilo delle emissioni di carbonio entro il 2050. Ma non solo. L’Europa dovrà raggiungere l’obiettivo di “emissioni negative”.

A dettare i tempi sarà la Commissione che entro il 31 maggio 2023 proporrà la tabella di marcia su come raggiungere la neutralità entro il 2050, per limitare l’aumento della temperatura globale, in linea con gli obiettivi legati all’accordo di Parigi. La tabella dovrà essere rivista dopo ogni bilancio a livello globale.

Un organismo scientifico indipendente per monitorare i progressi

I deputati vogliono anche istituire un Consiglio europeo per i cambiamenti climatici (ECCC) come organismo scientifico indipendente che possa valutare i progressi compiuti.

Stop ai sussidi a favore delle fonti fossili entro il 2025

Per farlo, non si può prescindere dal diminuire o meglio scoraggiare il ricordo alle fonti fossili. I deputati chiedono infatti che l’UE e gli Stati membri eliminino gradualmente tutte le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili entro il 31 dicembre 2025.

“L’adozione della relazione invia un chiaro messaggio alla Commissione europea e al Consiglio in prospettiva dei prossimi negoziati. Ci aspettiamo che tutti gli Stati membri conseguano la neutralità climatica al più tardi entro il 2050 e abbiamo bisogno di obiettivi intermedi solidi nel 2030 e nel 2040 affinché l’UE possa raggiungere questo traguardo. Sono inoltre soddisfatta dell’inclusione di un bilancio dei gas a effetto serra, che definisce la quantità totale rimanente di emissioni che potrebbe essere emessa fino al 2050 senza mettere a repentaglio gli impegni dell’Unione ai sensi dell’accordo di Parigi” ha detto la relatrice del Parlamento Jytte Gutelan.

Per il Ministro dell’ambiente Sergio Costa si tratta di un obiettivo ambizioso e importante e l’Italia sarà in prima linea nel centrarlo.

https://www.facebook.com/SergioCostaMinistroAmbiente/posts/968725026971210

Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con i Paesi UE, appena il Consiglio avrà concordato una posizione comune.

Fonti di riferimento: Parlamento Europeo, Sergio Costa/Facebook

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