Circa la metà dei prodotti presenta errori nelle etichette. Se il 57% dei prodotti acquistati risulta correttamente etichettato, non è così per il 43%, che o non presenta alcuna indicazione o ne riporta una errata. È quanto emerge dal terzo round del progetto MarketWatch di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino
Circa la metà dei prodotti presenta errori nelle etichette. Se il 57% dei prodotti acquistati risulta correttamente etichettato, non è così per il 43%, che o non presenta alcuna indicazione o ne riporta una errata. È quanto emerge dal terzo round del progetto MarketWatch di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino.
Sono stati 4637 i prodotti controllati tra negozi fisici (2704) e negozi online (1933). Tra i più bravi della classe, i prodotti correttamente etichettati sono stati acquistati per l’81% nei negozi fisici e per il 23% nei negozi online.
Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino hanno realizzato 12 visite a punti vendita tradizionali e 12 verifiche a punti vendita online, focalizzandosi soprattutto su quelli più critici, ad esempio supermercati e negozi di mobili e complementi di arredamento.
Negozi. Sono state Toscana, Lazio e Veneto le regioni in cui sono stati controllati 6 negozi specializzati in elettrodomestici ed elettronica, 3 grandi superfici di vendita di mobili e complementi d’arredo e 3 supermercati. Sono soprattutto i negozi di arredamento quelli che vantano un livello più alto di etichette “furbette”, ovvero non conformi (53%), mentre uno dei due supermercati visitati presentava la più alta percentuale di mancata etichettatura (77%).
Elettrodomestici. In questi negozi, gli elettrodomestici dove più facilmente è stata riscontrata la mancanza di etichetta sono gli aspirapolvere (32% venduti sebza etichetta) e i televisori (18%), assieme alle cappe aspiranti delle quali una su due è venduta senza etichetta. Va meglio invece per le lavastoviglie, etichettate correttamente: meno del 2% è senza etichetta.
Sottolineano però Legambiente e MdC che solo in un negozio su quattro è stato possibile prendere visione della scheda tecnica informativa che la normativa impone di mettere a disposizione.
Acquisti online. A differenza dei negozi fisici, quelli online presentano un maggior numero di errori nell’etichettatura dei prodotti. Si parla infatti di una non conformità del 77%, un valore molto alto se si considera che dal 1° gennaio 2015 è entrata in vigore una specifica normativa che impone la presenza dell’etichetta energetica accanto alla foto del prodotto. Inoltre, 8 dei 12 negozi fanno riferimento a grandi catene specializzate.
Solo il 23% dei prodotti controllati nei negozi online risulta correttamente etichettato, e moltissimi siti ancora non si sono adattati alla normativa che prevede l’obbligatorietà delle etichette anche online.
L’analisi ha scelto per ogni categoria i 20 prodotti più efficienti e i 20 più economici presenti nel negozio. Tra le categorie di prodotto meno virtuose online ritroviamo le cappe aspiranti (89% non conformi), i televisori (75%) e i forni (64%).
Il progetto ha monitorato anche i prodotti troppo energivori per stare sul mercato messi al bando dalla direttiva Ecodesign e ha scoperto che sono ancora presenti soprattutto online: 3 lavatrici e 2 frigoriferi al di sotto della classe A+ , 7 televisori e 2 aspirapolvere.
Per Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente
“le direttive Ecodesign ed Etichetta Energetica – sono di notevole importanza per il clima e particolarmente simboliche alla vigilia della COP di Parigi. Se venissero correttamente applicate, il taglio annuale alle emissioni di CO2 sarebbe di circa 500 milioni di tonnellate, cioè l’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Inoltre, la loro applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia”.
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Francesca Mancuso
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