Etichette energetiche: sbagliate o mancanti in un elettrodomestico su 4

Le etichette energetiche dei nostri elettrodomestici dicono davvero la verità sulla loro efficienza? Tre su quattro sono corrette ma ci sono ancora le “etichette furbette” o peggio i prodotti privi di etichetta. È quanto emerge dal progetto MarketWatch di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino, volto a verificare la corretta applicazione delle etichette energetiche in Italia

Le etichette energetiche dei nostri elettrodomestici dicono davvero la verità sulla loro efficienza? Tre su quattro sono corrette ma ci sono ancora le “etichette furbette” o peggio i prodotti privi di etichetta. È quanto emerge dal progetto MarketWatch di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino, volto a verificare la corretta applicazione delle etichette energetiche in Italia.

Non ci siamo ancora. Nel 2015 un prodotto su quattro infatti non aveva l’etichetta o presentava degli errori tra 4602 prodotti esaminati (TV, frigoriferi, forni elettrici, condizionatori e aspirapolvere) sia in negozi fisici che online. Ma rispetto al 2014 si è fatto un piccolo passo avanti visto che allora le etichette scorrette o assenti riguardavano un prodotto su 3. Tra i peggiori, in termini di trasparenza, troviamo i condizionatori e i forni.

La ricerca si inserisce nel progetto pilota Marketwatch, finanziato dal programma IEE della Commissione europea per monitorare la corretta applicazione della direttiva sulle etichette energetiche nei negozi online e fisici, ma anche le dichiarazioni dei produttori e la veridicità delle etichette dei prodotti.

Nell’ultima analisi, Legambiente e MdC hanno realizzato 14 visite a punti vendita tradizionali e 11 verifiche a punti vendita online.

Un po’ di numeri. Sono stati 4602 i prodotti controllati tra negozi fisici (3150) in Campania, Lazio, Emilia Romagna e Veneto e negozi online (1452), e il 74% è risultato etichettato correttamente: l’82% nei negozi fisici e solo il 23% nei negozi online.

Sotto esame sono finiti 7 negozi specializzati in elettrodomestici ed elettronica, 5 grandi superfici di vendita di mobili e complementi d’arredo e 2 supermercati. I negozi di arredo sono quelli con il più altro grado di non conformità (53%), mentre uno dei due supermercati visitati presentava la più alta percentuale di mancata etichettatura (77%).

In questi negozi, le categorie di elettrodomestici con la minore percentuale di conformità sono (come lo scorso anno) i condizionatori d’aria e i forni, rispettivamente con un 49% e 61% di non conformità. Invece, quelli dove spesso mancava l’etichetta sono aspirapolvere (32%), condizionatori (28%) e cantinette per il vino (16%).

Inoltre, in nessun negozio è stato possibile prendere visione della scheda tecnica informativa che la normativa impone di mettere a disposizione, su richiesta, e che fornisce informazioni aggiuntive.

E i negozi online? Non si salva neanche l’e-commerce con una non conformità delle etichette del 77%. Si tratta di un valore molto alto se si considera che dal 1° gennaio 2015 è entrata in vigore una specifica normativa che impone la presenza dell’etichetta energetica in evidenza accanto alla foto del prodotto.

Solo il 23% dei prodotti controllati nei negozi online correttamente etichettato, ma in questo numero rientrano sia prodotti immessi nel mercato prima del 31/12/2014 e corredati delle corrette informazioni testuali, che altri immessi nel 2015 e corredati dell’etichetta energetica in formato digitale come prevede la nuova normativa.

Prodotti energivori. La direttiva Ecodesign ha messo al bando elettrodomestici come frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie al di sotto della classe A+ e aspirapolvere con potenza superiore ai 1800W. Dall’analisi effettuata è emerso anche se nei negozi convenzionali questi prodotti sono stati per lo più tolti dagli scaffali, nei negozi online sono spesso ancora in vendita.

Si parla di ben 27 lavatrici al di sotto della classe A+ su un totale di 1082, 38 lavastoviglie su 380. Erano in oltre in vendita nonostante fossero di potenza superiore ai 1800W 59 aspirapolvere su 460.

Secondo Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente, se le direttive Ecodesign ed Etichetta Energetica fossero correttamente applicate

“il taglio annuale alle emissioni di CO2 sarebbe di circa 500 milioni di tonnellate, cioè l’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Inoltre, la loro applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia. Purtroppo, però queste direttive non sempre vengono applicate e i consumatori spesso non sono in condizione di scegliere correttamente i prodotti in vendita: alcuni prodotti sono meno efficienti di quanto dichiarato sull’etichetta, altri sono privi delle indicazioni energetiche che dovrebbero essere fornite al consumatore”.

Intanto, in Europa si parla di ritornare al vecchio sistema caratterizzato dai colori e dalle classi dalla A alla G.

Francesca Mancuso

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