Lo scorso 6 ottobre un edificio residenziale in Germania è rimasto gravemente danneggiato e tre persone sono rimaste ferite a causa dell’esplosione di una batteria al litio-ferro-fosfato (LFP) da 30 kW. Ma ad oggi gli inquirenti non hanno ancora capito la causa e persino gli scienziati hanno dei dubbi
Una terribile esplosione in Germania ha ferito tre persone e gravemente danneggiato un edificio residenziale in Germania. A cedere una batteria al litio-ferro-fosfato (LFP) da 30 kW. L’incidente è avvenuto lo scorso 6 ottobre ma ad oggi gli inquirenti non hanno ancora capito la causa e persino gli scienziati hanno dei dubbi.
Come riferisce la Questura dell’Assia orientale, l’edificio edificio residenziale si trova nella città di Werne, e le immagini sono terrificanti. L’esplosione da distrutto parti intere e ci sono tre feriti, che hanno avute bisogno di cure ospedaliere.
La rivista pv-magazine ha contattato due esperti, Egbert Figgemeier, scienziato presso l’Università RWTH di Aachen, e Axel Durdel, ricercatore presso la Technical University di Monaco di Baviera.
Figgemeier sostiene la possibilità che l’elettrolita nelle celle si sia in qualche modo rotto e che un cortocircuito interno abbia acceso i gas. Visto che, afferma l’esperto, non è in realtà necessaria una fonte di accensione esterna.
Secondo quanto invece dichiarato da Durdel, nello scenario peggiore, una batteria LFP potrebbe perdere idrogeno, anidride carbonica, monossido di carbonio, etene, metano e altri gas ma anche che non è possibile valutare se siano state raggiunte le condizioni per la combustione spontanea.
Non è noto con certezza, infatti, se le batterie possano davvero causare una tale esplosione senza una reazione termica, ma in questo caso la pressione interna potrebbe aumentare a causa di reazioni collaterali indesiderate, provocando un’esplosione e il rilascio di gas ad alta temperatura.
Nel caso di batterie con una densità di energia inferiore o un basso stato di carica, è possibile che il gas non si accenda direttamente quando esce dalla batteria – spiega Durdel – ma che l’accensione avvenga attraverso fonti di accensione esterne
In questo caso, dovrebbero esserci tracce sulla batteria, ma questo non è più verificabile perché a nessuno era permesso di entrare nell’abitazione a causa del rischio di crollo. Un indizio, secondo lo scienziato, era il fumo bianco, potenziale indicatore di prodotti della decomposizione dell’elettrolita, che può contenere anche gas pericolosi.
Non è però necessariamente prevista la formazione di fuliggine, poiché molti componenti delle celle possono bruciare senza lasciare residui ad alte temperature. Quindi la cosiddetta fuga termica potrebbe aver preceduto l’esplosione, provocando di fatto l’esplosione. Purtroppo però, una spiegazione certa nessuno l’ha potuta fornire.
Due giorni prima dell’incidente in Germania, il 4 ottobre, si era sfiorata un’altra tragedia, quando una batteria agli ioni litio di una bicicletta è letteralmente esplosa in un ostello in Australia e due giovani si sono miracolosamente salvati, riuscendo a fuggire.
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Secondo le autorità di sicurezza della grande isola dell’Oceania, questi dispositivi rappresentano il rischio di incendio in più rapida crescita New South Wales e hanno per questo ripubblicato le misure di sicurezza riferite alle batterie di biciclette ma anche quelle più piccole come quelle degli smartphone:
- assicurarsi della presenza di un rilevatore di fumo o di calore dove le batterie vengono caricate o conservate;
- caricare le batterie su superfici dure che non possono prendere fuoco, come pavimenti in cemento o piastrelle;
- caricare solo in garage, capannoni o posti auto coperti, lontano da spazi abitativi e uscite;
- non caricare quando si dorme o non si è a casa;
- scollegare la batteria a ricarica terminata;
- non utilizzare e caricare batterie che si gonfiano, sono sporgenti, perdono o si surriscaldano;
- non utilizzare e caricare il dispositivo se è rotto, ammaccato, forato o schiacciato;
- utilizzare solo caricabatterie approvati per caricare la batteria e che riportano il segno di conformità;
- non caricare con la potenza in uscita errata (tensione e corrente);
- coprire i terminali della batteria con nastro adesivo trasparente prima di collocare con cura la batteria (non danneggiata), senza farla cadere, in un contenitore per la raccolta del riciclaggio delle batterie;
- smaltire con attenzione le batterie che mostrano segni di danneggiamento;
- conservare le batterie danneggiate all’esterno, in un’area ben ventilata, ad almeno 3 metri da qualsiasi struttura e/o materiale combustibile;
- riporre le batterie che perdono o sono danneggiate (ma non surriscaldate o che rilasciano gas) in un sacchetto o contenitore di plastica trasparente
Non sapremo probabilmente mai cosa è successo in Germania, ma la prudenza non è mai troppa: Le batterie non sono pericolose in assoluto, anzi, sono la chiave per rendere le tecnologie energetiche rinnovabili davvero competitive, ma vanno trattate con cura e non dimenticando mai di cosa sono fatte.
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Fonti: Questura Assia orientale / Questura dell’Assia orientale/Youtube
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