Le energie rinnovabili sui tetti delle case rischiano di rendere i ricchi ancora più ricchi, lo studio che fa riflettere

L’installazione massiccia di energie rinnovabili sui tetti delle case potrebbe far collassare la rete, al momento non in grado di gestire una rivoluzione simile. Lo studio, condotto da tre ricercatori dell’Università di Cork (Irlanda), fa molto riflettere sui rovesci delle medaglie (che ci sono sempre) e suggerisce un rinnovamento complessivo del sistema, di cui abbiamo davvero bisogno

Le energie rinnovabili possono davvero essere la soluzione alla crisi energetica e ambientale, ma tutto il sistema deve essere ripensato, altrimenti la loro installazione massiccia rischia di far congestionare le reti locali, arricchendo chi è già ricco. Lo studio è stato condotto in Irlanda da tre ricercatori dell’Università di Cork.

Fortunatamente le energie rinnovabili si stanno diffondendo, complice la crisi ambientale e il progresso tecnologico. Sì, fortunatamente, perché la loro diffusione può essere davvero una soluzione win-win in quanto l’aggiunta da energia da fonte rinnovabile riduce il costo complessivo dell’energia e, sostituendo progressivamente le fonti fossili, riduce le emissioni di anidride carbonica salvaguardando l’ambiente.

Ma c’è sempre un “ma”

Lo studio condotto in Irlanda dimostrerebbe infatti che un’installazione massiccia di energie rinnovabili sui tetti delle case (solare ed eolico per es.)  potrebbe far collassare le reti elettriche locali, e questo può allargare la forbice tra ricchi e poveri.

Volevamo comprendere questo problema e proporre una soluzione – scrivono i ricercatori su The Conversation – Sebbene ci siamo concentrati sull’Irlanda, dove viviamo e lavoriamo, qualcosa di simile sta accadendo in gran parte del mondo

Gli scienziati, in particolare, hanno esaminato l’intera infrastruttura elettrica del Paese e scoperto che se tutti volessero l’energia solare sul tetto, la rete potrebbe servire solo il 5% degli 1,6 milioni di clienti elettrici studiati.

Il calcolo si basa sull’assunzione secondo la quale ciascuna famiglia desidera installare 6 kilowatt di energie rinnovabili, solare sul tetto di una casa tipica, ad esempio, o una singola piccola turbina eolica, il limite massimo supportato dal regime di sostegno alla microgenerazione in Irlanda. In altre parole, se tutti installassero pannelli solari, il 95% delle famiglie non sarebbe in grado di collegarli alla rete nazionale.

La situazione sembra inoltre rispecchiare la situazione attuale nelle reti elettriche di California, Spagna e Germania, dove i primi arrivati stanno bloccando l’accesso ai ritardatari. Sebbene questi Paesi siano più avanti nell’implementazione dell’energia solare sui tetti, alcune parti della rete elettrica ora non hanno disponibilità per nuove installazioni.

Conseguenza? Una grande ingiustizia sociale

rinnovabili sui tetti ingiustizie sociali

©Università di Cork/The Conversation

Ciò è ingiusto – continuano infatti i ricercatori – Spesso le famiglie più benestanti sono le prime a installare il solare fotovoltaico e a beneficiare dei sussidi. E questo limita l’utilità della microgenerazione rispetto all’obiettivo generale di decarbonizzare la società

In altre parole la politica attuale, un po’ ovunque, si basa su un approccio “primo arrivato, primo servito” all’installazione delle energie rinnovabili, che inevitabilmente dà priorità alle fasce ad alto reddito della società.

Il problema purtroppo è a monte: la rete elettrica non è stata progettata affinché ogni casa produca tanta energia rinnovabile. Quando splende il sole, ad esempio, ogni cliente dotato di un pannello solare deve utilizzare immediatamente l’elettricità o disperderla nella rete.

E questo può andare bene se solo pochi clienti disperdono, ma su scala nazionale tutta l’energia dispersa può superare la capacità fisica dei cavi, causando sovratensioni dannose per le apparecchiature o interruzioni del servizio dovute all’intervento delle protezioni. Per evitare ciò, il gestore della rete deve limitare la quantità di energia rinnovabile collegata.

Un paradosso che rischia di far vanificare gli sforzi per diffondere le energie rinnovabili come soluzione alla crisi ambientale ed economica.

La soluzione, ovviamente, è la rivoluzione di sistema, che include l’investimento in nuovi cavi, l’installazione di serie di batterie domestiche e caricabatterie temporizzate per veicoli elettrici in modo che l’uso dell’energia possa essere coordinato al meglio.

Le reti elettriche nei Paesi ricchi – la rete irlandese ne è un buon esempio – sono in costruzione da oltre un secolo e riconvertirle non sarà un’impresa da poco. Farlo potrebbe essere ancora più difficile nelle economie emergenti a causa delle ulteriori difficoltà nel coprire i costi

I Paesi avanzati, chi più chi meno, stanno cercando di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e gli impianti di energia rinnovabile stanno effettivamente accelerando, fortunatamente. La transizione verso un’energia a basse emissioni di carbonio è la strada, l’unica da perseguire per salvare il Pianeta.

Ma l’energia rinnovabile non dovrebbe esacerbare le disuguaglianze esistenti. Le politiche per l’energia eolica e solare domestica dovrebbero tener conto delle preoccupazioni sull’equità, il che significa che dovremmo consentire a tutti i clienti dell’energia elettrica di beneficiare finanziariamente dell’energia pulita e non solo dell’aria più pulita da respirare

La ricerca, pubblicata su Applied Energy, fa davvero molto riflettere. E, come molte sul tema, dovrebbe spingere ad agire al più presto.

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Fonti: The Conversation / Applied Energy

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