Energia a basse emissioni di CO2: cosa significa esattamente e quanto è importante?

Oggi il clima ci pone di fronte ad una serie di sfide, necessarie per tutelare il nostro pianeta e per garantire la presenza di un contesto vivibile per le generazioni future. In quest'ottica si pone la cosiddetta low carbon economy che, come spiega il nome stesso, si basa sostanzialmente sulla produzione di energia a basse emissioni di CO2.

Nella guida di oggi, dunque, verrà approfondito proprio questo tema, scoprendone l’importanza.

Definizione di energia a basse emissioni di CO2

L’energia a basse emissioni di CO2 rilascia una quantità minima di anidride carbonica nell’atmosfera, in fase di produzione. Questo concetto diventa fondamentale oggi, per via della necessità di affrontare il cambiamento climatico: un fenomeno che indirizza le politiche europee e mondiali verso una trasformazione dei sistemi energetici globali. La produzione e il consumo di energia sono tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra e, di riflesso, grazie alla low carbon economy si può mitigare l’impatto ambientale fino al 70%.

Attualmente sul mercato è possibile trovare diversi operatori che propongono un’offerta luce e gas fondata proprio sul concetto di energia a basse emissioni di CO2. In questo modo sia le aziende sia i consumatori possono favorire il processo di transizione energetica, con l’obiettivo di arrivare alla cosiddetta neutralità carbonica. Tornando alla definizione di energia low carbon, si parla di un elenco di fonti che includono ad esempio il gas naturale e il propano. Naturalmente in questa sede è bene accennare anche alle fonti energetiche rinnovabili, a zero emissioni di CO2, come il solare, l’idroelettrico e l’eolico, che rappresentano non solo il presente ma anche il futuro del nostro pianeta.

Perché è importante la low carbon economy?

L’importanza dell’energia a basse emissioni di CO2 emerge dalla preoccupazione per il riscaldamento globale, causato in gran parte dall’aumento delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera. Le emissioni di CO2, in particolare, forniscono un contributo notevole a tale fenomeno. In risposta a ciò, i governi e le organizzazioni internazionali stanno implementando una serie di politiche e accordi, con lo scopo di ridurre le emissioni globali attraverso la transizione verso sistemi energetici più puliti e sostenibili. Il tutto abbattendo le conseguenze legate all’utilizzo dei gas climalteranti.

Per quanto concerne i piani, l’UE si è mossa già da anni definendo un percorso che dovrà portare gli stati membri verso la neutralità carbonica entro il 2050, attraverso una serie di step intermedi. Il prossimo triennio sarà di vitale importanza, in quanto dovrà registrare dei cali importanti relativi all’utilizzo delle fonti energetiche non green. Entro il 2030, invece, l’obiettivo è arrivare ad una riduzione complessiva dei gas climalteranti pari ad almeno il 55% (facendo un confronto con i livelli del 1990).

Occorre ribadire che l’impegno degli operatori energetici sta dando dei frutti tangibili, per promuovere tali politiche. La decarbonizzazione, infatti, è un impegno che riguarda tutti i protagonisti della nostra società, dalle istituzioni alle imprese, passando ovviamente per i privati cittadini. Infine, continuano ad essere fondamentali gli investimenti in questo settore, indispensabili per accelerare i progressi grazie alle tecnologie.

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