Dall’alto in molti dicono assomigli a una zattera: è il parco solare galleggiante situato a quasi 2mila metri di altitudine su un lago di sbarramento, in Svizzera. L’intera struttura copre meno del 2% della superficie dello specchio d’acqua
Produce 800mila chilowattora all’anno, equivalenti al consumo energetico di 220 economie domestiche, il primo parco solare galleggiante e in ambiente alpino del mondo che domina le acque del Lac des Toules, un lago artificiale a 1810 metri di altitudine a Bourg-Saint-Pierre, nel Canton Vallese.
Un vero e proprio impianto galleggiante unico nel suo genere che ha L’obiettivo è quello di aumentare la produzione di energia elettrica della diga miscelando acqua ed energia solare.che è valso alla società svizzera Romande Energie il premio Watt d’Or 2021 nella categoria delle energie rinnovabili.
Anche se efficace, la struttura attuale è temporanea e ha una funzione puramente dimostrativa, spiegano.
Le projet solaire flottant au lac des Toules (Bourg-St-Pierre/VS) est en route pour une première mondiale https://t.co/vQZSzlRSyJ pic.twitter.com/LpE87373ZN
— RomandeEnergie (@RomandeEnergie) February 20, 2017
La struttura
36 strutture galleggianti, 35 delle quali sostengono 5 file di 8 pannelli solari, per una superficie totale di 2240 metri quadri. I galleggianti sono in polietilene e la superficie su cui appoggiano i pannelli solari è in alluminio. Inoltre, i pannelli solari sono di vetro e hanno due facce. L’intera struttura copre meno del 2% della superficie del lago.
Il parco solare del Lac des Toules galleggia quando il lago è pieno, ma funziona anche se è appoggiato al suolo, quando – tra dicembre e marzo – il bacino è vuoto.
L’energia prodotta
Il parco solare galleggiante svizzero è in grado di produrre fino al 50% di energia in più rispetto a un impianto dello stesso tipo situato in pianura, e questo grazie a tre elementi legati all’altitudine: il freddo, i raggi UV e il riverbero del sole.
Le celle fotovoltaiche sono più efficienti quando fa freddo, anche perché a 1810 metri di altitudine c’è meno nebbia rispetto alla pianura e il riverbero della luce sulla neve aumenta la quantità di energia che raggiunge i pannelli (è il cosiddetto effetto albedo). In questi casi l’utilizzo di moduli bifacciali è molto interessante perché quando la neve si deposita sulla struttura, la luce riflessa che colpisce il retro dei pannelli li riscalda, producendo energia e facendo sciogliere rapidamente la neve accumulata sulla parte frontale.
Con condizioni tipiche dell’ambiente alpino, dunque, la produzione energetica andrebbe ad aumentare, soprattutto nei mesi invernali.
Ma come la mettiamo con la fauna e la flora acquatiche?
Pare che il problema non sussista dal momento che si tratta di un lago artificiale:
L’installazione di pannelli solari su una superficie lacustre può di fatto pregiudicare lo sviluppo della fauna e della flora. Nei laghi artificiali, che ogni anno si svuotano completamente, questo rischio non sussiste (il fenomeno dell’evaporazione acquea, che ogni anno dura diversi mesi, impedisce invece alla fauna e alla flora acquatiche di svilupparsi) e quindi l’impatto dei pannelli sull’ambiente è minimo, spiega Guillaume Fuchs, capoprogetto nel settore dell’energia eolica e solare galleggiante di Romande Energie.
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Fonti: House of Switzerland / Romande Energie
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