Su questo lago si trova il primo parco solare galleggiante del mondo e produce fino al 50% di energia in più rispetto allo stesso dispositivo in pianura

Dall’alto in molti dicono assomigli a una zattera: è il parco solare galleggiante situato a quasi 2mila metri di altitudine su un lago di sbarramento, in Svizzera. L’intera struttura copre meno del 2% della superficie dello specchio d’acqua

Produce 800mila chilowattora all’anno, equivalenti al consumo energetico di 220 economie domestiche, il primo parco solare galleggiante e in ambiente alpino del mondo che domina le acque del Lac des Toules, un lago artificiale a 1810 metri di altitudine a Bourg-Saint-Pierre, nel Canton Vallese.

Un vero e proprio impianto galleggiante unico nel suo genere che ha L’obiettivo è quello di aumentare la produzione di energia elettrica della diga miscelando acqua ed energia solare.che è valso alla società svizzera Romande Energie il premio Watt d’Or 2021 nella categoria delle energie rinnovabili.

Anche se efficace, la struttura attuale è temporanea e ha una funzione puramente dimostrativa, spiegano.

La struttura

36 strutture galleggianti, 35 delle quali sostengono 5 file di 8 pannelli solari, per una superficie totale di 2240 metri quadri. I galleggianti sono in polietilene e la superficie su cui appoggiano i pannelli solari è in alluminio. Inoltre, i pannelli solari sono di vetro e hanno due facce. L’intera struttura copre meno del 2% della superficie del lago.

Il parco solare del Lac des Toules galleggia quando il lago è pieno, ma funziona anche se è appoggiato al suolo, quando – tra dicembre e marzo – il bacino è vuoto.

L’energia prodotta

Il parco solare galleggiante svizzero è in grado di produrre fino al 50% di energia in più rispetto a un impianto dello stesso tipo situato in pianura, e questo grazie a tre elementi legati all’altitudine: il freddo, i raggi UV e il riverbero del sole.

Le celle fotovoltaiche sono più efficienti quando fa freddo, anche perché a 1810 metri di altitudine c’è meno nebbia rispetto alla pianura e il riverbero della luce sulla neve aumenta la quantità di energia che raggiunge i pannelli (è il cosiddetto effetto albedo). In questi casi l’utilizzo di moduli bifacciali è molto interessante perché quando la neve si deposita sulla struttura, la luce riflessa che colpisce il retro dei pannelli li riscalda, producendo energia e facendo sciogliere rapidamente la neve accumulata sulla parte frontale.

Con condizioni tipiche dell’ambiente alpino, dunque, la produzione energetica andrebbe ad aumentare, soprattutto nei mesi invernali.

parco solare

©Romande Energie

Ma come la mettiamo con la fauna e la flora acquatiche?

Pare che il problema non sussista dal momento che si tratta di un lago artificiale:

L’installazione di pannelli solari su una superficie lacustre può di fatto pregiudicare lo sviluppo della fauna e della flora. Nei laghi artificiali, che ogni anno si svuotano completamente, questo rischio non sussiste (il fenomeno dell’evaporazione acquea, che ogni anno dura diversi mesi, impedisce invece alla fauna e alla flora acquatiche di svilupparsi) e quindi l’impatto dei pannelli sull’ambiente è minimo, spiega Guillaume Fuchs, capoprogetto nel settore dell’energia eolica e solare galleggiante di Romande Energie.

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Fonti: House of Switzerland / Romande Energie

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