E-Cat: nella fusione fredda il nuovo rivale di Rossi è Piantelli

Recentemente, Francesco Piantelli dell'Università di Siena avrebbe presentato dei dati riguardanti la sua fusione fredda

E-Cat. Un nuovo nome viene associato alla fusione fredda, ed è quello di un altro italiano, Francesco Piantelli, esperto di biofisica dell’Università degli Studi di Siena. Lo studioso di recente nel corso di un convegno ha presentato i dati riguardo alle sue ricerche che vedono ancora una volta protagonisti il nichel e l’idrogeno.

Non si tratta di un “uomo nuovo”, ma di un ex collaboratore del noto prof. Sergio Focardi. Con lui, Piantelli ha a lungo collaborato negli studi sulle LENR, come si evince da questo articolo del Corriere della Sera, probabilmente ancor prima di Andrea Rossi.

I dati presentati durante la conferenza, svoltasi dal 10 al 14 aprile, mostrerebbero la presenza di una reazione in cui viene prodotta una quantità significativa di energia in eccesso dalla reazione. A riportare la notizia è stato E-Catworld.

Un nuovo concorrente per Rossi e per i greci? Forse. E Piantelli avrebbe addirittura avviato una società, la Nichenergy, pronta a lottare sul fronte della fusione fredda contro la Defkalion e la Leonardo Corporation.

La recente presentazione di Piantelli e i dati da esso raggiunti attraverso una serie di esperimenti con idrogeno e nichel, sembrano essere l’ulteriore conferma che le reazioni nucleari a bassa energia, le LENR, volgarmente note come fusione fredda, possono generare energia in eccesso.

Attualmente il settore delle LENR fa gola a molti, è la chimera inseguita dal mondo scientifico e non. Produrre energia pulita partendo da elementi molto diffusi sul pianeta e a basso costo.

Una volta entrato a regime, un sistema basato sulle LENR potrebbe spingerci sempre più lontano dalle fonti fossili, non inesauribili e inquinanti, potrebbe condurci verso una nuova era della produzione di energia. Ci crede Rossi che annuncia la produzione dell’E-Cat anche in Europa, ci crede la Defkalion, ci pensa la Nasa, mentre l’Italia con l’Enea lavora al Progetto Iter.

Chissà che questa non sia davvero la volta buona.

Francesca Mancuso

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