Nuovo attacco per Rossi sul suo blog. Secondo Guglinski, l'Hot E-Cat non sarebbe in grado di produrre energia. Da qui la 'fuga' degli investitori svedesi
E-Cat. La fusione fredda di Rossi non ha pace. Sul suo blog, il Journal of Nuclear Physics, l’ingegnere ha dovuto fare i conti con nuove accuse, da parte di un utente, Wladimir Guglinski, secondo cui il catalizzatore non produrrebbe energia.
Citando la recente perdita di 10 milioni di dollari di investimento da parte di un gruppo di imprenditori svedesi, Guglinski avrebbe così messo nero su bianco sostenendo che gli investitori svedesi avevano misurato l’output di energia nel corso di una prova lo scorso 6 settembre a Bologna, scoprendo che non sarebbe stato l’E-Cat a emettere energia. Dopo aver visto questi risultati svolti da un tester indipendente, gli investitori sembrano almeno apparentemente essersi ritirati.
Questo è quanto sostiene Guglinski, secondo cui spesso alcune notizie sull’E-Cat sono poco chiare. Ad esempio, Rossi sostiene che il suo catalizzatore sia in grado di lavorare in modalità “autonoma sostenuta” (self sustained), come dimostrato nel test effettuato nel corso del mese di ottobre 2011 (quando funzionò per 4,5 ore). Ma secondo lo svedese sembra che l’Hot E-Cat non sia ancora in grado di farlo. “Forse è il motivo per cui Rossi sta usando un flyback nel suo nuovo Hot E-Cat”.
Ma Rossi non è di certo rimasto a guardare e ha replicato alle accuse, sostenendo che sono ancora in corso le misurazioni accurate e l’analisi sull’Hot E-Cat iniziate mesi fa, da parte di soggetti terzi indipendenti. Esse si concluderanno entro novembre, e poi saranno pubblicati i risultati definitivi, e saranno gli unici attendibili visto che sono stati svolti da una terza parte indipendente.
E in merito alla produzione di energia aggiunge: “Nel corso di una misurazione può succedere di tutto. È per questo che dobbiamo fare molti mesi di misurazioni prima di essere sicuri dei risultati”.
Ma c’è dell’altro. Spiega Rossi che effettivamente gli svedesi avevano chiesto di “venire da noi per misurare il consumo di energia elettrica. Non avevo nulla in contrario, una misura in più sarebbe utile, e dissi di sì. Sono venuti qui, e dopo poche ore, quando il reattore non aveva ancora raggiunto la giusta potenza, hanno deciso che per loro il test era stato completato”.
“Voglio ripetere ancora una volta che le nostre misurazioni sull’Hot E-Cat non sono finite, che non si può ancora parlare di un prodotto, fino a quando l’analisi non sarà completata, come ho detto anche a Zurigo (400 testimoni)” ribadisce Rossi, che invita comunque ad attendere.
E conclude: “Il verdetto finale arriverà dai nostri clienti, quando anche l’Hot E-Cat sarà pronto per il mercato”.