Il patrimonio edilizio italiano rispetta fino in fondo le regole per l’efficienza energetica? Legambiente presenta la radiografia del nostro patrimonio edilizio, proprio dal punto di vista egli interventi di riqualificazione volti a ridurre i consumi energetici. L’indagine Tutti in classe A ha preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane.
Il patrimonio edilizio italiano rispetta fino in fondo le regole per l’efficienza energetica? Legambiente presenta la radiografia del nostro patrimonio edilizio, proprio dal punto di vista degli interventi di riqualificazione volti a ridurre i consumi energetici. L’indagine Tutti in classe A ha preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane.
I risultati relativi alla qualità del patrimonio edilizo italiano sono stati presentati oggi a Roma. Un team di esperti si è spostato da Nord a Sud e ha fotografato con una speciale apparecchiatura termografica la situazione termica degli edifici. Sono state confrontate le rese di costruzioni recenti – anche firmate da note archistar – e di palazzi costruiti nel dopoguerra, oltre che di edifici dove sono stati effettuati interventi di riqualificazione energetica.
È stato evidenziato che, proprio grazie ad interventi di riqualificazione ben fatti, è possibile ottenere risultati significativi per quanto riguarda la riduzione dei consumi energetici. L’analisi termografica ha riguardato edifici residenziali, scuole e uffici costruiti nel dopoguerra e altri più recenti. Sono state verificate anche le prestazioni di quelli già certificati di Classe A e di quelli ristrutturati, e di alcuni edifici costruiti dopo il 2000, cioè dopo l’adozione delle direttive europee in materia di risparmio energetico e isolamento.
Proprio per quanto riguarda gli immobili di costruzione più recente – ma in realtà già vecchi – sono stati riscontrati problemi evidenti. Si parla, ad esempio, di elementi disperdenti, con una distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenea. È il caso di alcuni degli edifici più nuovi, ma purtroppo mal progettati.
La situazione è invece migliore per gli edifici nuovi che sono stati realizzati sfruttando al meglio la scelta dell’esposizione e così da minimizzare i consumi energetici, soprattutto per quando riguarda il riscaldamento invernale. Diversi problemi sono stati invece evidenziati anche in 3 edifici progettati da architetti famosi, con particolare riferimento a quelli costruiti a Milano, Roma e Alessandria da Fuksas, Krier e Portoghesi.
“In tutti e tre gli edifici ‘famosi’ analizzati, l’impronta architettonica che si voleva proporre è chiara e riconoscibile” – commenta Edoardo Zanchini – “mentre manca l’attenzione all’efficienza energetica. Attenzione che invece ha caratterizzato positivamente un edificio progettato da Cino Zucchi a Milano, con ottime prestazioni di isolamento. È indispensabile – ha concluso Zanchini – che tutti, dalle archistar ai tecnici e a chi costruisce, contribuiscano a rendere più bella e efficiente l’edilizia italiana”.
Insomma, la progettazione di un edificio da parte di architetti noti non rappresenta una garanzia dal punto di vista dell’efficienza energetica, a meno che non vengano davvero rispettate ed applicate le migliori strategie al riguardo. In parte la colpa dell’inefficienza energetica degli edifici italiani è da attribuire al quadro normativo, troppo complesso e frammentario.
Legambiente chiede dunque di stabilire per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A su tutto il territorio nazionale. A parere dell’associazione va premiato, nelle ristrutturazioni edilizie, il miglioramento della classe energetica di appartenenza. Per facilitare questo processo occorre rendere permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio (50-65%) offrendo un orizzonte temporale serio, e allargando gli incentivi e gli interventi di consolidamento antisismico degli edifici.
Consulta e scarica qui il dossier di Legambiente Tutti in Classe A.
Marta Albè
Fonte foto: legambiente.it
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