Divieto di scaldarsi, cosa c’è di vero (e perché non ha a che fare con il caro del gas)

Si legge da più parti che questo inverno non potremo usare camini e stufe a pellet, ma cosa c'è di vero dietro questo allarmismo?

In queste settimane si sente tanto parlare di crisi energetica e della necessità di “stringere la cinghia” e provare a limitare i propri consumi in termini di energia. A questo proposito, il Governo ha disposto un tetto massimo alla temperatura del riscaldamento in casa e negli uffici, dividendo il nostro Paese in sei zone climatiche con tempi diversi per l’accensione degli impianti di riscaldamento (ve ne abbiamo parlato in questo articolo).

Parallelamente alle misure disposte dal Governo e ai ripetuti inviti a risparmiare energia elettrica e gas con piccoli o grandi cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane, circolano sul web e sui social notizie che parlano di veri e propri divieti di accendere il riscaldamento e addirittura di sanzioni di migliaia di euro per i trasgressori.

In realtà, come spesso accade, si tratta di fake news che hanno il solo scopo di allarmare i lettori e gli utenti del web. O meglio, le norme e le sanzioni esistono davvero, ma non sono una risposta alla crisi energetica in atto. Si tratta invece di misure antinquinamento che già esistono da qualche anno in alcune Regioni italiane. Vediamo meglio nel dettaglio.

Lombardia

La Lombardia è fra le Regioni in cui, già da alcuni anni, sono in vigore “limitazioni permanenti per generatori di calore a biomassa legnosa (legna, cippato e pellet per stufe e caminetti)”. In particolare, dal gennaio 2020 è in vigore su tutto il territorio regionale il divieto di installare nuovi generatori di calore alimentati a legna che abbiano emissioni superiori alle “quattro stelle”

Vige inoltre il divieto, su tutto il territorio nazionale, all’uso di stufe o camini alimentati a legna che abbiano emissioni superiori a quelle della classe “tre stelle”. C’è infine obbligo di disattivare gli impianti obsoleti che non rispettato queste disposizioni. Per i trasgressori sono previste sanzioni pecuniarie che vanno da 500 a 5.000 euro.

regione lombardia

@Regione Lombardia

La suddivisione in classi ambientali dei generatori di calore tramite numero di stelle è stata definita nell’ambito del decreto legge n° 186 entrato in vigore dal 2 gennaio 2018, che ha individuato “classi di qualità” per il rilascio della certificazione ambientale.

Per ulteriori informazioni potete consultare il portale della Regione Lombardia.

Veneto

Anche la Regione Veneto ha disposto già da qualche anno restrizioni all’uso di stufe e camini a legna appartenenti a una classe particolarmente inquinante, per limitare le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Nel dettaglio, a partire dal dicembre del 2019 non è più possibile installare generatori di calore di classe inferiore a “quattro stelle”.

Le disposizioni venete vietano inoltre l’utilizzo di fondi strutturali destinati all’efficientamento energetico per la incentivazione di interventi di installazione di impianti termici a biomassa legnosa nelle zone presso le quali risulta superato uno o più dei valori limite del PM10, ma non esclude la sostituzione degli impianti impattanti con quelli più efficienti (azione necessaria per migliorare la qualità dell’aria).

Maggiori informazioni si possono trovare sul sito web della Regione Veneto.

Emilia Romagna

In Emilia Romagna, da qualche anno è in vigore il PAIR (Piano Aria Integrato Regionale), un piano contenente norme stringenti per combattere l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità dell’aria sul territorio regionale – dalle limitazioni al traffico privato al divieto di utilizzo delle vecchie stufe a legna.

Leggi anche: Stufe a pellet e camini: in Emilia Romagna scatta il divieto da ottobre. Ecco chi coinvolgerà

Per quanto riguarda le misure relative al riscaldamento domestico, vige il divieto di utilizzo di caldaie inferiori alle “tre stelle” nei comuni classificati non montani, situati cioè sotto i 300 metri di altitudine, e dei camini aperti. La Regione ha messo a disposizione una serie di finanziamenti (per un valore complessivo di 11,5 milioni di euro) per aiutare i cittadini residenti nei Comuni di pianura est, ovest e in quelli dell’agglomerato di Bologna a sostituire le vecchie caldaie con apparecchi meno inquinanti a “cinque stelle” o pompe di calore.

Potete trovare ulteriori informazioni in merito sul portale della Regione Emilia Romagna.

Piemonte

Infine, il Piemonte ha messo a punto un pacchetto di misure anti-inquinamento volte a migliorare la qualità dell’aria in Regione. Per contenere le emissioni di polveri sottili e altri agenti inquinanti, infatti, dal 1° ottobre 2019 è partita una nuova disciplina per i generatori di calore a biomassa legnosa.

Essa prevede il divieto di installare camini o stufe alimentati a legna aventi una potenza nominale inferiore a 35 kW e con classe di prestazione emissiva inferiore alle “quattro stelle”. La nuova legge prevede inoltre il divieto di utilizzo di generatori di calore aventi una potenza nominale inferiore a 35 kW e con classe di prestazione emissiva inferiore a “tre stelle” in tutti i comuni appartenenti alle zone “Agglomerato di Torino”, “Pianura” e “Collina”.

Maggiori informazioni sono disponibili sul portale della Regione Piemonte.

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