Un dispositivo di raccolta di vapore fatto di Lego, un foglio di gomma rivestito di spore, una bobina e un magnete. Così i ricercatori della Columbia University sono riusciti a produrre elettricità sfruttando l'umidità presente nell'aria. Un'idea semplice che potrebbe essere applicata nella generazione di energia pulita, una “nuova” fonte rinnovabile
Un dispositivo di raccolta di vapore fatto di Lego, un foglio di gomma rivestito di spore, una bobina e un magnete. Così i ricercatori della Columbia University sono riusciti a produrre elettricità sfruttando l’umidità presente nell’aria. Un’idea semplice che potrebbe essere applicata nella generazione di energia pulita, una “nuova” fonte rinnovabile.
Anche coi Lego si può produrre energia attraverso la ricerca scientifica. Parola di Ozgur Sahin, professore associato di scienze biologiche e fisica alla Columbia. Quando aveva 11 anni, egli creò un dispositivo meccanico che funzionava proprio in questo modo. Oggi, a distanza di tempo è tornato a giocare, si fa per dire, ma con un fine diverso: produrre energia pulita sfruttando l’evaporazione.
Usando i celebri mattoncini, Sahin ha messo a punto un nuovo prototipo di generatore in grado di sfruttare questa invisibile energia.
L’evaporazione è una componente chiave del ciclo dell’acqua della Terra, e una delle forme più dominanti di trasferimento di energia.
“La più grande forma di trasferimento di energia in natura è l’evaporazione. Il nostro clima si alimenta facendo evaporare l’acqua dagli oceani, ma non abbiamo accesso diretto a questa energia” spiega Sahin.
Essa è stata poco utilizzata in questo senso. Ma il laboratorio di Sahin alla Columbia University sta cercando di cambiare la situazione. Sfruttando le proprietà naturali delle spore e le loro risposte all’umidità, i ricercatori americano hanno creato due dispositivi che generano energia rinnovabile attraverso l’evaporazione.
Alla base della ricerca di Sahin è il Bacillus, un microrganismo che si trova comunemente nel terreno. Quando ha fame, il batterio assume una forma una rigida, attivando un meccanismo di sopravvivenza per proteggere il proprio materiale genetico. In condizioni di umidità le spore assorbono l’acqua presente nell’aria, espandendo il proprio volume del 40%. In condizioni di asciutto, il processo si inverte.
“Abbiamo pensato che espandendosi e contraendosi le spore possano agire come un muscolo, spingendo e tirando altri oggetti” continua lo scienziato, spiegando che in questo modo è stato sfruttato il moto delle spore per produrre in energia elettrica.
L’esperimento. Sahin ha costruito un prototipo di generatore simile a una turbina eolica, per dimostrare che l’energia dal movimento delle spore potrebbe essere sfruttata. Ha poi applicato uno strato sottile di spore a un foglio di gomma elastica e flessibile collegando la turbina. A quel punto si ha cattura l’energia meccanica e la converte in elettricità. Utilizzando un ventilatore e un piccolo contenitore d’acqua, il team ha mostrato che l’aria secca del laboratorio e l’umidità che evapora dalla superficie dell’acqua ha fatto “arricciare” e poi raddrizzare il foglio, facendo ruotare la turbina avanti e indietro per produrre energia.
Il laboratorio si augura che un giorno questi dispositivi potrebbe essere scalati fino a produrre energia elettrica da grandi generatori galleggianti, o ancora macchine rotanti simile a turbine eoliche poste sull’acqua.
Francesca Mancuso
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