Nell'ultimo Decreto Aiuti il Governo ha inserito misure in materia di energia e caro carburante per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie italiane: vediamo in dettaglio
Approvato, nella giornata di ieri, il cosiddetto Decreto Aiuti BIS contenente “misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”. Il nuovo decreto interviene su alcuni ambiti importanti quali il contrasto al caro energia e al caro carburante, l’emergenza idrica, il rafforzamento delle politiche volte a tutelare il potere d’acquisto degli italiani.
Il tema del caro energia è quanto mai centrale in queste settimane di aumenti dei costi in bolletta per famiglie e imprese. Per affrontare la delicata questione il Governo è intervenuto su due fronti:
- da una parte rafforzando il Bonus sociale elettrico e gas anche per il quarto trimestre del 2022 e attuando la sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas fino al prossimo 31 ottobre: questo vuol dire che le imprese che forniscono energia elettrica o gas non potranno modificare le condizioni generali dei contratti stipulati con i clienti domestici – almeno per la parte che riguarda la definizione del prezzo.
- dall’altra azzerando gli oneri generali di sistema nel settore elettrico e riducendo l’IVA per le somministrazioni di gas metano anche nell’ultimo trimestre dell’anno: questa seconda misura, in realtà, viene soltanto prorogata, poiché è in vigore già dallo scorso autunno (fu introdotta per la prima volta dal Decreto Energia).
La combinazione di questi due interventi dovrebbe riuscire a contenere il nuovo aumento dei prezzi dell’energia per i cittadini che dovrebbe scattare in ottobre e che in altri Paesi (come ad esempio in Germania) minaccia di avere conseguenza devastanti per le fasce sociali più deboli.
Confermato poi anche il taglio delle accise sui carburanti – misura in scadenza il prossimo 21 agosto e prorogata (per ora) fino al 30 settembre: il Governo ha previsto un fondo da 900 milioni di euro per abbassare di 30 centesimi al litro il prezzo di benzina, diesel e GPL ai distributori.
Si tratta della quinta proroga che il Governo ha posto alla decisione presa lo scorso marzo per arginare i rincari dei prezzi dei carburanti al dettaglio dovuti allo scoppio del conflitto in Ucraina.
Infine, nel decreto sono contenute anche misure (per un valore di quasi quattro miliardi di euro) volte a sostenere le imprese a forte consumo di elettricità elettrica e gas naturali (le cosiddette imprese energivore) con il finanziamento del credito d’imposta in loro favore.
Capitolo a parte riguarda i costi del gas naturale. Dal 1° gennaio 2023, infatti, i fornitori di gas sono tenuti a “offrire la fornitura di gas naturale a un prezzo che rifletta il costo effettivo di approvvigionamento nel mercato all’ingrosso, i costi efficienti del servizio di commercializzazione e le condizioni contrattuali e di qualità del servizio, così come definiti dall’ARERA con uno o più provvedimenti e periodicamente aggiornati”.
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Fonte: Governo Italiano
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