Crisi energetica e crisi climatica non sono distinte: il caro bollette e in generale la difficoltà di approvvigionamento stanno mettendo in crisi anche le imprese del riciclo, che rischiano di chiudere. La denuncia del Polieco scoperchia un vaso di pandora le cui conseguenze sono tristemente immaginabili
Il caro bollette mette in crisi famiglie e imprese, anche quelle del riciclo, dimostrando ancora una volta come crisi energetica e crisi climatica vadano tristemente e braccetto. La denuncia del Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene (Polieco) scoperchia un vaso di pandora che sta travolgendo tutto il settore del riciclo.
I rialzi dei costi energetici stanno diventando insostenibili per le imprese del riciclo: questa situazione sta rendendo insostenibile il ciclo produttivo, ovvero il virtuoso percorso industriale che porta all’immissione sul mercato di prodotti provenienti dalla valorizzazione dei rifiuti.
Purtroppo nostre imprese storiche che da sempre sono un punto di riferimento in varie regioni d’Italia hanno annunciato che a partire dai prossimi giorni non accoglieranno in ingresso neanche più un chilo di rifiuto da trattare – spiega Claudia Salvestrini, direttrice del Consorzio – […] L’interruzione del ciclo produttivo, reso non più sostenibile dall’aumento esponenziale dei costi energetici, rischia di determinare non solo un danno in termini economici ed occupazionali, ma anche ambientali con un duro colpo all’economia circolare
Risultato? Molte realtà aziendali non potranno più immettere sul mercato prodotti provenienti dalla filiera del riciclo senza andare in perdita, rendendo vani tutti gli sforzi per prevenire la dispersione dei rifiuti in discarica.
Un effetto domino che rischia davvero di trascinare tutto verso il non ritorno.
Fonte: Polieco
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