“Come lo stupro dei bambini”: l’ultima uscita di Sgarbi fa ripartire la crociata contro l’eolico (di cui invece abbiamo bisogno, soprattutto adesso)

A pochi giorni dalla nomina a Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi se ne esce con qualcosa di incredibilmente paradossale. E no, le energie rinnovabili non sono un obbrobrio ma il futuro verso cui dovremmo guardare

La verità nuda e cruda è che di una persona che ci ha abituati nel corso degli anni a battute infelici e ad offese non bisogna meravigliarsi più di tanto. Il problema esiste quando a sostenere argomentazioni insensate e parallelismi fuori luogo è un Sottosegretario della nostra Repubblica.

Ma non fa notizia, o fa notizia il tempo di una mattinata, l’uscita tanto incredibile quanto illogica di Vittorio Sgarbi di un paio di giorni fa, neo Sottosegretario al Ministero della cultura e negli ultimi decenni più volte membro del Parlamento e di diverse amministrazioni comunali.

Bonelli non sa quello che dice perché il paesaggio è un bene costituzionale che lui ignora perché è una capra, dice Sgarbi. Ma non si ferma qui.

La cosa che più lascia sbigottiti è la sua frase successiva:

Le pale eoliche [non vanno messe] da nessuna parte perché sono orrori e violenza, come stuprare bambini.

E non solo, Sgarbi avrebbe anche detto anche una serie di imprecisioni riguardo a possibili “infiltrazioni mafiose e pale ferme”.

Tralasciando il metodo, vogliamo però entrare nel merito delle notizie false che ha veicolato, parlando di mafia e pale ferme – dicono dall’ANEV, l’Associazione delle imprese dell’eolico. L’ANEV ricorda al Sottosegretario che le aziende del settore eolico sono tra le più attente ad evitare ogni rischio di infiltrazione, avendo tra l’altro sottoscritto il Protocollo di legalità con Confindustria Energia e Ministero dell’Interno, oltre a seguire il codice etico dell’ANEV e a seguire le più stringenti regole di controllo richieste dalle procedure di due diligence legali, attraverso le quali sono sottoposte a verifiche serrate sulla loro attività.

Rimandiamo al mittente anche il riferimento alle “pale ferme”, perché come più volte spiegato, non esistono incentivi in conto capitale (cioè per realizzare gli impianti), ma solo ritorni economici derivanti dalla produzione dell’energia elettrica effettivamente immessa in rete, quindi semplicemente è frutto di ignoranza, oppure malafede, continuare a sostenere l’opposto.

Le pale di un impianto eolico, spieghiamo, sono ferme quando non c’è vento, cosa che ovviamente accade per una piccola parte dell’anno (meno di un terzo) oppure quando sono in manutenzione o anche quando sono in attesa di essere messe in esercizio, spesso a causa dei ritardi della lunga burocrazia.

Siamo curiosi da anni di capire da cosa siano ispirate queste falsità, potrebbero essere solo figlie di un pensiero conservatore e retrogrado, oppure frutto di ignoranza o, come ultima opzione, di pregiudizio e malafede. In ogni caso crediamo che una figura come un Sottosegretario di Stato abbia l’obbligo morale, prima ancora che politico, di documentarsi ed evitare strafalcioni quali quelli espressi pubblicamente.

Viviamo le conseguenze del cambiamento climatico, con siccità e surriscaldamento globale, e le nuove generazioni gridano a gran voce la necessità di cambiare passo e agire per contrastare la crisi climatica attraverso il ricorso alle rinnovabili, e in Europa come nel mondo si spinge per realizzare impianti eolici che, ormai si sa, hanno un impatto minimo e completamente reversibile sul paesaggio.

Restare ancorati ad una mentalità così ristretta è deleterio – concludono da ANEV – e speriamo che il Governo abbia una visione diversa in materia di transizione energetica e che voglia incidere realmente rendendo il nostro Paese autonomo dal punto di vista energetico, sano da un punto di vista ambientale e climatico e accessibile da un punto di vista dei costi dell’energia.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram