Attualmente poco più del 6% dell’elettricità usata in Italia è prodotta con il carbone, percentuale che si è praticamente dimezzata negli ultimi 10 anni. Ecco la mappa delle 7 centrali a carbone attive in Italia (che potrebbero aumentare)
![centrali a carbone mappa italia](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2022/02/centrali-a-carbone.jpg)
©kodda/123rf
Un preoccupante discorso di Mario Draghi ha riacceso in Italia lo spettro delle centrali a carbone, considerate altamente inquinanti e quindi in gran parte dismesse da tempo. In possibile carenza di gas e non avendo fatto granchè sulle rinnovabili, purtroppo lo scenario non è così improbabile.
Lo stato italiano in realtà aveva deciso nel 2019 di smettere di usare centrali a carbone: il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) parlava infatti del 2025 come limite entro cui dismettere tutte le centrali termoelettriche a carbone, o riconvertirle in centrali a gas naturale.
Come si legge sul sito del GSE, attualmente poco più del 6% dell’elettricità usata in Italia è prodotto col carbone, percentuale che si è praticamente dimezzata negli ultimi 10 anni.
Questo quantitativo energetico è oggi prodotto dalle ultime 7 centrali ancora funzionanti, elencate sul sito di Assocarboni, l’Associazione italiana degli Operatori del Carbone:
- Centrale di Fiumesanto (SS) di proprietà di EP Produzione SpA, con 2 sezioni a carbone da 320 MW
- Centrale friulana di Monfalcone, di proprietà di A2A SpA composta di 4 sezioni, di cui due alimentate a carbone da 165 e 171 MW
- Centrale di Torrevaldaliga Nord di proprietà di Enel SpA, composta da 3 sezioni da 660 MW riconvertite a carbone. La centrale è operativa dal 2009
- Centrale di Brindisi Sud di proprietà di Enel SpA, composta da 4 unità ciascuna da 660 MW alimentate a carbone
- Centrale del Sulcis di proprietà di Enel SpA, composta da 1 unità da 340 MW alimentata a carbone
- Centrale di Fusina di proprietà di Enel SpA, composta da 4 unità da 320 MW alimentate a carbone
- Centrale di La Spezia di proprietà di Enel SpA, composta da 1 unità da 600 MW alimentata carbone
©Assocarboni
Il sito riporta come attiva anche la Centrale di Brescia di proprietà di A2A SpA. In realtà, però, nel 2014 la struttura ha ricevuto l’autorizzazione a sostituire due vecchi gruppi e della caldaia Macchi 3 per complessivi 355 MWt, con tre caldaie semplici alimentate a gas naturale per 285 MWt di potenza complessiva.
Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato – aveva affermato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell’informativa alla Camera sul conflitto tra Russia e Ucraina lo scorso 25 febbraio – Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario
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Sarebbe davvero un passo indietro inaccettabile per un Paese che ha firmato gli accordi di Parigi e che alla COP26 ha ribadito gli impegno contro la crisi climatica. Il carbone è davvero la preistoria dell’energia, e quella che inquina di più.
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Stiamo vivendo una terribile crisi e le crisi vanno affrontate puntando verso il futuro. Che non può e non deve essere rappresentato dalle fonti fossili.
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Fonte: Assocarboni / A2A SpA
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