Il futuro dei biocarburanti è nei microbi? Secondo gli scienziati delle Università di Stanford e Penn State, sì. Esiste un sottogruppo di archeobatteri, organismi che popolano ambienti estremi, le cui condizioni non permettono l'esistenza di tutte le forme di vita moderne, in grado di convertire l'energia elettrica in gas metano.
Il futuro dei biocarburanti è nei microbi? Secondo gli scienziati delle Università di Stanford e Penn State, sì. Esiste un sottogruppo di archeobatteri, organismi che popolano ambienti estremi, le cui condizioni non permettono l’esistenza di tutte le forme di vita moderne, in grado di convertire l’energia elettrica in gas metano.
Si tratta dei metanogeni, che prendono il nome dal loro peculiare metabolismo energetico, in cui per ridurre l’anidride carbonica a metano, viene utilizzato l’idrogeno. Sono tra gli organismi più strettamente anaerobi e solitamente vivono in paludi ed acquitrini dove gli altri microrganismi hanno consumato tutto l’ossigeno disponibile. Proprio per questo gli studiosi già ipotizzano di creare colonie microbiche di grandi dimensioni per trasformare energia elettrica rinnovabile, prodotta dall’energia solare o dall’eolica, in metano.
“La maggior parte del metano oggi è derivato dal gas naturale, un combustibile fossile. E molte molecole organiche che vengono usate nell’industria derivano dal petrolio. Ma il nostro approccio microbico eliminerebbe la necessità di utilizzare queste risorse fossili“, spiega Alfred Spormann, professore di ingegneria chimica e di ingegneria civile e ambientale alla Stanford. I microbi che producono metano potrebbe, quindi, aiutare a risolvere il problema del surplus di elettricità prodotta dalle centrali fotovoltaiche ed eoliche, dicono i ricercatori.
“Anche se concettualmente semplice, ci sono notevoli ostacoli da superare prima che la tecnologia elettricità-verso-metano possa essere distribuita su larga scala. Questo perché la scienza di base su come questi organismi convertono l’elettricità in energia chimica è poco conosciuta“, avverte poi Bruce Logan, professore di Ingegneria Ambientale della Penn State. Ma i ricercatori fantasticano, progettando di utilizzare il metano per alimentare aerei, navi e veicoli. Nello scenario ideale, le colture di metanogeni sarebbero alimentate da un costante rifornimento di elettroni generati da fonti di energia senza emissioni di CO2, come celle solari o turbine eoliche.
I microbi utilizzerebbero questi elettroni puliti per metabolizzare l’anidride carbonica e trasformarla in metano, che potrebbe poi essere stoccato e distribuito attraverso gli impianti di gas naturale già esistenti e condotte quando necessario. “I microbi che producono metano sono molto più ecofriendly dell’etanolo e di altri biocarburanti“, si legge nella nota. “Il nostro obiettivo finale è quello di creare un sistema efficace e affidabile per produrre abbondantemente il metano da energia elettrica pulita“, concludono gli esperti. Sarà davvero questa l’ultima frontiera dei biocombustibili?
Roberta Ragni